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COSENZA – La Calabria fanalino di coda in Italia anche come produzione culturale. E’ il dato che emerge dall’ultimo rapporto Svimez che incrocia gli allarmi lanciati ripetutamente dallo Slc Calabria, la sigla sindacale della Cgil dei lavoratori dello spettacolo.
“Da tempo segnaliamo e denunciamo la completa assenza di politiche regionali rivolte alla creazione di un sistema di produzione culturale – tornano a scrivere dal sindacato – non esistono in Calabria Fondazioni Lirico-Sinfoniche, ovvero i teatri d’opera che ricevono i contributi del Fondo Unico per lo Spettacolo; zero sono le Istituzioni Concertistico Orchestrali. Pochissimi sono i teatri di tradizione e tra questi, come il Rendano di Cosenza o il Cilea di Reggio Calabria, non hanno neppure un sito internet aggiornato dal quale prendere informazioni sulle programmazioni”.
Programmazione è una parola chiave perchè, insistono dallo Slc Cgil, “tanti sono i teatri della regione che per intere stagioni non presentano programmazione e diversi sono quelli che presentano spettacoli sporadici riconducibili, più che altro, a tour di artisti nazionali. Questo insieme di cose, come più volte denunciato dalla nostra categoria, ha determinato la completa assenza di occupazione in questa regione in questo settore”.
Un problema storico, che grava sulla coscienza di “una classe politica miope – è la conclusione – incapace di realizzare investimenti ed interventi strutturali nella cultura volti a favorire iniziative che contribuiscano alla crescita economica e sociale del territorio. Ma piuttosto preoccupata di utilizzare anche i fondi destinati alla cultura per finanziare e favorire clientele”.
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