Alberto Sarra
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – È durata poco più di un’ora la testimonianza dell’avvocato Alberto Sarra nel processo “Gotha” in corso nell’aula bunker di Reggio Calabria. L’ex assessore regionale alla Riforme della Giunta guidata da Giuseppe Scopelliti, mentre rispondeva alle domande del Procuratore aggiunto della Dda, Giuseppe Lombardo, ha accusato un malore tanto da indurre la presidente del Collegio, Silvia Capone, a chiedere l’intervento di un medico.
L’udienza, dopo la visita di un sanitario, è stata rinviata al prossimo 25 marzo. Sarra è cardiopatico e ha subito, qualche anno addietro, un delicato intervento cardiochirurgico a cuore aperto all’aorta. Il processo Gotha, diviso in due tronconi, è scaturito dalla riunificazione di cinque diverse inchieste (Mammasantissima, Sistema Reggio, Fata Morgana, Rhegion e Alchemia) coordinate dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria, rappresentata in dibattimento dal Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti Stefano Musolino e Walter Ignazitto.
Con il rito abbreviato, approdato già nella fase d’appello, 34 persone sono già state condannate e quattro assolte dal gup Pasquale Laganà. La condanna più alta, venti anni di reclusione, è stata inflitta a Giorgio De Stefano, indicato come uno dei capi dell’omonima cosca. Stessa pena anche per i fratelli Mario e Domenico Stillitano. Diciotto anni di reclusione, invece, per Antonino Nicolò e Roberto Franco; quindici anni per Dimitri De Stefano, figlio del defunto boss Paolo De Stefano.
Inoltre, tredici anni di reclusione per l’imprenditore Emilio Angelo Frascati, dodici anni al commercialista Natale Saraceno e a Domenico Marcianò. Tra i condannati in abbreviato, anche l’ingegnere Antonio Idone, ex consigliere di amministrazione di Fincalabra (due anni), società in house della Regione; il cancelliere della Corte d’Appello (cinque anni e quattro mesi) Aldo Inuso; l’ex sindaco di Villa San Giovanni, Antonio Messina (tre anni e quattro mesi).
I quattro imputati assolti sono stati i commercianti Antonino e Domenico Chirico, padre e figlio, il commercialista Michele Serra e l’avvocato Paola Colombini. Per questi ultimi due anche la Pubblica accusa aveva chiesto l’assoluzione. Nel dibattimento con il rito ordinario, invece, con Alberto Sarra sono imputati, tra gli altri, l’ex senatore del Pdl Antonio Caridi, l’ex parlamentare Paolo Romeo, l’ex rettore del Santuario della Madonna di Polsi, don Pino Strangio, l’ex presidente della Provincia Giuseppe Raffa, l’avv. Antonio Marra, la giornalista Teresa Munari, il prof. Rocco Zoccali, l’ex dirigente del settore Lavori Pubblici del comune di Reggio Calabria Marcello Cammera, l’ex dirigente della Regione Calabria Francesco Chirico.
Secondo l’accusa, a vario titolo, gli imputati sono chiamati a rispondere dei reati di turbativa d’asta, e di fare parte di «una struttura segreta legata alla massoneria che ponendosi al vertice della piramide ndranghetista, interagiva sistematicamente e riservatamente con la politica, le istituzioni, mondo imprenditoriale e mondo bancario, condizionando ogni tipo di elezione nella provincia di Reggio Calabria».
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