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AVELLINO- Isolamenti fiduciari dopo il passaggio della quarantasettenne positiva al coronavirus al Moscati: è caos. A distanza di ventiquattro ore dal provvedimento precauzionale assunto da Servizio Epidemiologico dell’Asl di Avellino nei confronti di 75 persone distribuite in almeno 24 comuni della provincia si sono aperti due fronti. Il primo riguarda proprio il personale in servizio presso la Città Ospedaliera che avrebbe avuto contatti con l’insegnante di Striano, in particolare quello presente al Pronto Soccorso della struttura ospedaliera di Contrada Amoretta. Il secondo invece riguarda il numero e la modalità di isolamento per i pazienti che si trovavano in transito lo scorso 26 febbraio nel Pronto Soccorso della Città Ospedaliera e sono stati rintracciati grazie anche all’elenco degli accessi avvenuti in quella giornata fornito dalla Direzione Generale della Città Ospedaliera e invitati a sottoporsi ad isolamento fiduciario presso i propri domicili.
INFERMIERI: A CONTATTO, MA NON SIAMO STATI ISOLATI
Il primo aspetto è quello che riguarda il personale del Pronto Soccorso di Contrada Amoretta. Una questione sollevata anche dal sindacato Nursind, che in una nota aveva messo proprio in evidenza come ci fossero « altri lavoratori che sono stati a contatto con la paziente dal pronto soccorso alla sala operatoria per i quali vanno disposti i protocolli di biosicurezza e che al momento sono completamente allo sbando in attesa di una comunicazione dall’azienda su come comportarsi. Al momento gran parte di loro risulta in servizio. Per tali motivi, chiediamo un intervento urgente della Direzione Generale affinché mettano in sicurezza i lavoratori le loro famiglie e l’intera cittadinanza». Si tratta di una delle maggiori questioni relative alle quarantene scattate nelle ore di lavoro da parte di Asl e Moscati per rintracciare contatti con la paziente positiva al Covid-2019 avevano individuato sulla base di un elenco fornito dalla stessa struttura ospedaliera 25 tra medici, infermieri e personale Oss addetto sia al Reparto di Otorino Laringoiatria che al Pronto Soccorso. Per quanto riguarda il personale del Reparto al quarto piano della struttura ospedaliera, 17 in tutto il personale del reparto che è stato chiuso in via precauzionale e che fino all’undici marzi non torneranno in servizio, rispettando una quarantena retrodatata al 26 febbraio, l’ultimo giorno cioè in cui l’insegnante di Striano è stata al Moscati e si è anche sentita male. Una quarantena che dovrebbe concludersi il prossimo 11 marzo. E proprio sull’ultimo giorno di visita della donna e sul malore che oltre alla stanza di degenza al quarto piano l’aveva fatta finire al Pronto Soccorso che c’è una querelle legata alla mancata adozione di isolamento per tutto il personale presente. Dalle testimonianze che abbiamo raccolto intanto c’è anche una diversa situazione di orari. Stando alle prime indiscrezioni filtrate la donna sarebbe stata trattenuta al Pronto Soccorso per un sospetto calo di pressione dalle dodici fino alle 14 del 26 febbraio scorso. Ma a quanto pare invece la quarantasettenne è stata nel reparto di emergenza almeno fino alle diciassette. Quindi su due turni. Ma proprio rispetto al personale presente c’è l’altro caso. In servizio a quell’ora c’erano al Pronto Soccorso tredici tra personale medico e infermieristico. Nell’elenco degli isolamenti fiduciari però sono solo otto quelli che sono stati indicati. Uno dei quali anche escluso perchè avrebbe riferito di non aver avuto contatti con la paziente infetta. Il vero paradosso invece è rappresentato dal fatto che ci sono almeno altri tre infermieri che da ore stanno aspettando di avere indicazioni rispetto a quale misura assumere in quanto hanno avuto un contatto con la donna che era finita al Pronto Soccorso. Ma per loro, almeno fino alla tarda mattinata di ieri non c’era stato nessuna comunicazione. E ora bisognerà capire se questa situazione, ormai comunicata a più enti da parte dello stesso personale, possa essere chiarita con una rimodulazione degli isolamenti fiduciari del personale in servizio quel giorno al Pronto Soccorso del Moscati. Il caso è ormai scoppiato, anche perchè il personale stesso che è stato collocato in isolamento fiduciario non avrebbe avuto comunicazioni fino alla serata di martedì. Un clima sicuramente di confusione. Fortunatamente però ci sono anche notizie positive. Una di queste, comunicata già nella serata di martedì, era stata quella dell’esito negativo dei tamponi a cui erano stati sottoposti i genitori dell’insegnante positiva al coronavirus.
I PAZIENTI ISOLATI: QUARANTENA ANCHE PER I FAMILIARI?
C’è chi ha deciso, anche su consiglio del proprio medico curante di sottoporsi ad una sorta di auto-quarantena. Si tratta dei familiari dei circa cinquanta pazienti che sono transitati nella giornata del 26 febbraio scorso al Pronto Soccorso del Moscati di Avellino. Dalla mattinata di ieri per loro, disseminati per la maggior parte in 24 comuni irpini (47 persone ndr) mentre per altri 3 a Napoli e Salerno, è arrivato anche un altro dubbio: se in isolamento, che per fortuna si dovrebbe concludere tra qualche giorno, cioè l’undici marzo, dovrebbero restare anche i propri familiari. Nessun obbligo, dicono dall’Asl di Avellino. Anche in questo caso tutto è stato lasciato al buonsenso? A quanto pare su consiglio dei propri medici di famiglia la gran parte delle persone interessate resterà in isolamento con l’intero nucleo familiare.

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