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di EMANUELE VERNAVA’
ORMAI è un bollettino di guerra. A Berlusconi e Bertolaso non sono bastati i dieci giorni declamati per risolvere in via definitiva il problema dei rifiuti a Napoli. Ma anche a Palermo non si scherza. Anche lì siamo ormai al limite. Ora si aggiungono Potenza e Matera, almeno nella cronaca. Ma fuori cronaca, anche la Puglia è una pattumiera,. Negli ultimi anni ho viaggiato fino a Pisa. Anche lì, proprio nei dintorni della Torre pendente, sporcizia. La stessa cosa, allora, sul viale del lungomare di Viareggio. Non ho cognizione della situazione nel Centro-Nord. Tempo fa ricordavo esperienze fatte in altri Paesi europei, come la Gran Bretagna, dove erano sparite le black countries dell’era del carbone, il Tamigi ritornato potabile, non vedevi una busta di plastica fungere, come da noi, da involontario labaro tremolante al vento. Le cittadine, anche quelle del Cumberland, sono veramente dei “presepi” da cartolina, tutto curato, le siepi ben tagliate, i campi in ordine per il pascolo o per le semine, i marciapiedi urbani senza una cicca di sigaretta o pezzi d’involucri di plastica. La sporcizia, da noi, si deve tenere fuori della propria casa, io la butto fuori ,dove mi pare, nessuno mi dice niente, salvo io riprendere chi vedo buttare un televisore o un frigorifero giù lungo la scarpata che finisce nel greto della fiumara, per l’ occasione diventata una discarica abusiva a cielo aperto e che veramente accontenta ogni “stile di vita”, di ognuno di noi. Io non capisco perché non si cerca di vedere che fanno negli altri Paesi che sono diventati un salotto di ordine e di bellezza primigenia dell’ambiente naturale. Qualche sera fa Castelli, ad Annozero, esordendo, premise con chiarezza che ogni processo fisico produce rifiuti. Ha fatto bene a ricordarlo, anche se il suo ghigno sardonico faceva pensare che alludesse ad altro. C’era, ad Annovero, anche il Sindaco De Luca, che ha risolto il problema a Salerno, città che non è proprio Potenza come numero di abitanti. Ecco, se non fossimo stati in Italia, dove ormai c’è una lacerazione strutturale tra “destra” e “sinistra, il Capo del Governo avrebbe dovuto chiamare immediatamente De Luca e incaricarlo di provvedere a risolvere la questione a livello nazionale, dandogli il tempo necessario, e, comunque non più di due anni. D’altra parte, la costruzione di un numero sufficienti di inceneritori (termovalorizzatori), così come negli altri Paesi “puliti”, e la raccolta differenziata lo risolverebbero, il problema. Ma io ho l’impressione che il problema dell’immondizia è collegato a quello ben più grave della sporcizia morale, non tanto per quella che riguarda ognuno di noi, quanto per gli effetti che una condotta ormai diventata “normale” a livello di popolazione sta determinando. Esco fuori di casa, stamattina? Mi preparo la busta, naturalmente di plastica, la metto a fianco al mio posto di guida e appena arrivo lì la butto dal finestrino, come avveniva fino sessanta settant’anni fa nei nostri Paesi lucani, quando la mattina ognuno correva all’immondezzaio. E non c’è un legame con quanto faccio appena arrivo in ufficio, affrontare subito quel problemino di segnalare mio figlio, proprio come Berlusconi che telefona nel cuore della notte per Ruby? E poi non produco “sporcizia” quando mi telefona il vip per dirmi che quella cosa deve andare proprio così, e io rispondo come Don Abbondio a i bravi “…Disposto…disposto sempre all’ubbidienza”. Il qualunquista da bar quando non ha più una soluzione pronta, ti ricorda che è tutto un “magna magna”. E poi, nel mio piccolo, non faccio pure io come Berlusconi, quando mi godo una “serata” distensiva? E, si sa, quando ci si diverte, se non c’è un po’ di trasgressione, che divertimento è? Sesso e droga? Ma se lo fanno tutti! Sì, però, mi opporresti, puoi fare tutto quello che vuoi, sotto la tua responsabilità, senza approfittare del potere che hai. Ma se è stato sempre così, ricordi trent’anni fa quando il primario ti ricordava di votarlo perché ti aveva operato e te lo faceva sapere magari con lettera intestata del suo ufficio di primario? Anche lui approfittava della sua posizione? Certo! Come si vede, l’altra sporcizia, quella che potremmo chiamare metafisica, è altrettanto diffusa quanto la prima. Anzi si vede, si tocca e se ne sente l’odore, a volte il lezzo nauseabondo. Ma si sa questo odore di putrido lo sente chi sta fuori e non chi è dentro e lo produce. In questo c’è una profonda differenza, tra l’odore dell’immondizia che brucia a Napoli e illumina in maniera sinistra la notte, e quello delle orge gomorriane del gaudente, in preda ad evanescenze psichedeliche. I rifiuti che tanto ci angustiano sono speculari all’immondizia “metafisica”. Ma se per i primi la soluzione è tecnicamente possibile, per la seconda la vedo un po’ più difficile. O no? No, è molto difficile. Perché bisognerebbe fare come dice Tettamanzi: ”L’Italia di oggi è malata, come …Milano ai tempi di San Carlo (Borromeo, N.d.R.) e della peste…..La convivenza civile è minata dalla ricerca del successo a tutti i costi, è manipolata per strapparne il consenso, è tradita quando non è aiutata a cercare il bene comune. Bisogna amare … preferendo i poveri e gli ultimi. Il Borromeo attraversava la città ferita dalla peste, stava in mezzo alla gente specie se povera e provata, non per essere populista, per guadagnare consenso e plauso, ma per vivere relazioni autentiche” ( la Repubblica del 4 novembre c.a. p.13).
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