4 minuti per la lettura
Di FRANCESCO ZACCARA Fornivano dosi di eroina anche con cadenza giornaliera. Debora Caldarelli, indagata insieme ad altre sette persone per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, portava le dose di eroina anche direttamente a casa dei suoi clienti, nascondendole nel reggiseno. E’ quanto emerge dalle indagini che hanno fatto scattare la misura cautelare in carcere oltre che per la Caldarelli, per altre sette persone: Vincenzo D’Amati, Alessandro Graziadio, Carmine Labanca e Mario Vellutino di Cassano Allo Ionio, e Paolo Di Stefano, Guido Costa e Giancarlo Panza di Lauria. «Usavo comprarne circa una dose al giorno – si legge in una testimonianza raccolta a luglio 2010 – Per fare ciò usavo contattarla sul telefonino, spesso facendole soltanto uno squillo. Io l’aspettavo davanti casa, lei arrivava, spesso la estraeva dal reggiseno insieme anche ad altre dosi e me la consegnava. Io in cambio le consegnavo il denaro, esattamente per 20 euro a dose». Cessioni di sostanze che, sempre secondo le indagini, avvenivano a Laino, Rotonda e Viggianello. Ad acquistare erano consumatori dai 20 ai 38 anni, con cadenza giornaliera e occasionale. Alcuni ne acquistavano per farne uso durante il fine settimana. La ragazza faceva anche credito. «Non sempre riuscivo a pagarla e in quelle circostanze la stessa era anche gentile con me facendomi credito – si legge sempre nell’ordinanza di misura cautelare – Il maggior debito maturato con Debora è stato all’incirca di 600 euro, da me estinto circa un mese fa…». Per la riscossione di un debito, la Caldarelli, insieme a Vellutino e Labanca, è indagata per tentata estorsione. «I tre – racconta un teste – una volta avendomi trovato, sono scesi dall’auto e chiamandomi in disparte mi minacciavano dicendomi di consegnare immediatamente i soldi che dovevo a Debora, altrimenti sarebbero venuti a casa a prenderseli». Soldi in parte poi consegnati dal ragazzo ad un altro indagato: D’Amati. Ed è proprio quest’ultimo, secondo le indagini, che avrebbe rifornito la Caldarelli fino a maggio 2010, momento in cui D’amati non si rese più disponibile a fornire eroina perché, sostengono gli inquirenti, «non aveva ricevuto regolarmente il prezzo delle precedenti vendite». La ragazza, quindi, trova supporto in un altro indagato Alessandro Graziadio di Cassano Allo Ionio. Dalle conversazioni telefoniche intercettate tra D’Amati, Costa e Panza, dai servizi di osservazione svolti dai Carabinieri e dalle registrazioni di transito eseguite dalle telecamere del Centro operativo autostradale della Polizia di Stato di Sala Consilina, è emerso invece che D’Amati consegnava gli stupefacenti nei pressi dell’area di servizio della corsia Sud della Salerno Reggio Calabria. Luogo dove Costa e Panza si trovavano per lavoro (quali gestore e benzinaio) e luogo considerato dagli inquirenti il «capolinea nel territorio lucano della droga proveniente da quello calabrese», e dove D’amati si recava, secondo gli inquirenti, «quotidianamente (ed anche più volte al giorno)». Da qui poi «Le sostanze stupefacenti cedute dal D’Amati al Panza ed al Costa – si annota nell’ordinanza – erano destinate anche a successive cessioni al minuto a tossicodipendenti della zona». Le indagini, sono partite da un controllo dei Carabinieri in cui è stata notata l’agendina nera della Caldarelli, dove annotava nomi, soprannomi, numeri di telefono, eventuali crediti degli acquirenti.
FOCUS SUGLI SMS
Le comunicazioni all’interno del sodalizio avvenivano anche tramite messaggi Sms con i telefonini. Nella prima intercettazione, Caldarelli chiede a Canonico espressamente di contattare un suo amico per «verificare se è disposto ad andare dalle sue parti». Nella seconda la ragazza contatta un cliente (C) per recuperare del denaro quale corrispettivo di precedenti cessioni di stupefacente. Nella terza, la Caldarelli chiede in codice a Canonico di acquistare sostanze stupefacenti per suo conto e utilizzando un linguaggio cifrato si riferisce alle sostanze stupefacenti come ad un capo di abbigliamento.
Prima intercettazione
Sms da Caldarelli a Canonico: «Peppe t devo kiedere un favore e spero k m potresti risp. K poi un giorno t sarò riconoscente… potresti kiedere al tuo amico quello della proposta k mi hai fatto se questa sera potrebbe essere disponibile a venire verso le mie parti? T xgo nn farmi sapere troppo tardi»
Sms di Canico a Caldarelli: «De de mi disp ma sicc sono senza macc non poss fare niente… e poi tanto meno lui sale e senza patente… Scusa se ti rispondo solo ora…»
Sms della Caldarelli a Canonico: «Pe cmq t me avevi fatto un determinato discorso x un certo livello cioè semx intorno le 5 ragazze e offriamo già stasera csì e buon per conoscerci»
Seconda intercettazione
Sms della Caldarelli: «Buongiorno! Km stai? Spero bene, t volevo khiedere se poteva essere possibile k m potevi venire a portare quelle cs ke erano rimasti, ne ho bisogno. Grazie»
La risposta del cliente: «Certamente solo ke adesso sn fuori Laino, in serata o tardi pomeriggio»
Terza intercettazione:
Sms della Caldarelli: «Ciao Giù x domani me lo puoi prendere quel jeans d 200? Ke avevamo visto ke m piace tantissimo… Fammi sapere»
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA