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di ANTONIO CORRADOMATERA – E’ un’unità ambìta e sperata, ma ancora per certi versi irraggiungibile, quella del Partito democratico materano, che ieri mattina ha celebrato il congresso provinciale per il rinnovo della segreteria, dopo le dimissioni di Anna Rosa Ferrara, la cui assenza si è notata in modo particolare. All’ordine del giorno c’era l’elezione del candidato unico Pasquale Bellitti, ma anche di presidente e vice segretario, su cui l’assemblea si è dovuta aggiornare. Proprio questo passaggio ha messo in luce lo strappo, che ancora compromette l’unitarietà del Pd materano al suo interno e con i vertici potentini, nonostante lo sforzo riuscito di ricomporre le tre frange della mozione Bersani, con la candidatura di Bellitti, inteso come uomo di sintesi fuori dalle logiche controverse dell’ultima stagione.
Belle parole e strette di mano non hanno celato la rottura, che si è mostrata con la defezione di Vincenzo Santochirico, in aperta polemica sul metodo usato per assegnare la vice segreteria alla quota che fa capo a Maria Antezza. Una sorta di editto arrivato direttamente da Roma, con il tacito avallo della segreteria regionale, senza confronto a livello locale, dove sabato sera Santochirico aveva convocato un tavolo politico a cui Maria Antezza non ha ritenuto opportuno partecipare.
Il passo romano ha contribuito giocoforza a marginalizzare il potere decisionale del Pd materano, mettendo in luce l’ennesima prova muscolare interna. Solo alla fine del congresso, dopo decine di telefonate del segretario regionale Roberto Speranza, con la partecipazione attiva da mediatore del senatore Carlo Chiurazzi, Santochirico è rientrato assistendo all’intervento di Franco Labriola e dello stesso Speranza. Tutto ciò è avvenuto solo in virtù della decisione, maturata proprio ieri mattina, di rinviare l’elezione della presidenza e della vice segreteria, in attesa di valutare le posizioni e gli equilibri su di un tavolo rigorosamente materano. In effetti, lo scoglio è solo la vice segreteria, che Antezza aveva usucapito (si faceva già il nome di Achille Spada), perché sulla presidenza all’area Chiurazzi non ci sarebbero difficoltà di sorta. Un nodo da sciogliere nelle prossime settimane, che preoccupa non poco il segretario Speranza, soprattutto dopo la dura presa di posizione del sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, proprio ieri sulle colonne del Quotidiano. Quindi, Speranza ha cercato di tenere la barra dritta almeno su Matera per non perdere completamente la bussola del partito. Tornando al dibattito congressuale, dopo gli interventi dei vari rappresentanti istituzionali e politici, ma anche del mondo produttivo, tutti nella direzione di un necessario rilancio del Pd verso la logica del “fare”, c’è stata la relazione del neo eletto segretario Bellitti, che ha preliminarmente ringraziato i colleghi Nicola Trombetta e Carmine Lisanti per il passo indietro compiuto in nome dell’unità, a cui pure l’ex sindaco di Pisticci ha fatto tante volte riferimento. «Il futuro, il bene comune –ha detto Bellitti- non può attendere, né può essere arrestato o mortificato da piccoli interessi di bottega. La posta in gioco è molto alta: il ripristino di una dialettica democratica ormai dismessa per mano del governo Berlusconi». Bellitti ha poi fatto riferimento alla necessità di riprendere il dialogo con l’elettorato, citando Gramsci a proposito della evoluzione nel partito e sottolineando la necessità di mettersi in linea con i problemi del Paese. «Bisogna chiaramente definire la nostra identità e portarla con coraggio, con forza e unitariamente all’esterno. –ha proseguito- Fuori da qui la gente vuol sapere quale proposta politica esprime il segretario Bellitti e non già a quale anima del partito o, peggio ancora, a quale corrente appartiene. Per fare ciò bisognerà strutturare meglio il partito. Un partito che soffre in periferia, dove il popolo degli iscritti chiede di entrare a pieno titolo nelle scelte strategiche dei livelli superiori. Chiede ad essi maggiore presenza nei territori». Poi l’appello ad amalgamare il partito con i suoi rappresentanti istituzionali, riducendo i tanti attriti che si evidenziano a livello locale. Bellitti ha toccato i temi del lavoro con le sue criticità, non ultima quella della Fiat di Melfi; la sanità possibile e l’uso delle energie alternative, concludendo con una citazione di Aldo Moro sul buon governo. Il segretario Speranza ha fatto i suoi auguri a Bellitti, «affinchè –ha detto- possa svolgere una funzione forte di rilancio del partito, che si avvia proprio dalla sua candidatura unitaria. Io gli starò vicino». Per la cronaca i componenti dell’Assemblea provinciale sono 120, mancano solo i tre di Grottole, dove non si è potuto celebrare il congresso. Le donne sono rappresentate con 49 componenti, un buon numero ma ancora non il 50% sperato.
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