Jole Santelli
2 minuti per la letturaCATANZARO – All’insegna del marchio bruzio continua il formarsi dello staff della presidente Jole Santelli. Dopo Giampaolo Calabrese e Luciano Vigna la neo governatrice della Calabria, con decreto del 20 febbraio, ha inserito nella sua struttura speciale la cugina Pia Santelli, ingegnere e già dipendente regionale in servizio presso il Dipartimento bilancio, finanze e patrimonio della Cittadella. Recita il decreto: “durerà fino alla cessazione della carica della presidente della giunta regionale”.
Lo stesso provvedimento precisa che, “oltre che alla scadenza sopra indicata, la presente nomina dovrà ritenersi cessata, per cui Pia Santelli dovrà fare rientro presso il Dipartimento e l’Ufficio di appartenenza senza necessità di ulteriori provvedimenti e/o comunicazioni da parte di questa amministrazione, nei seguenti casi: anticipata risoluzione; revoca per sopravvenuta carenza dell’elemento fiduciario; sopravvenuta incompatibilità”. Radio-fante, aggiunge, che è in arrivo il decreto per Eva Catizone. Senza contare la cosentinità dell’assessore Sandra Savaglio.
Questi decreti sono stati approvati da importanti dirigenti nazionali di Forza Italia che si sono compiaciuti per le scelte manifestando consenso. Come Maria Tripodi, Sestino Giacomoni e Giorgio Mulè.Meno entusiasmo ci sarebbe tra gli alleati e forse anche tra i viciniori; e persino tra gli azzurri locali che ritengono che gli assessori testé nominati vanno in quota al presidente. Per quanto riguarda la formazione dell’esecutivo ci vuole altro tempo. Anche se la governatrice, in assenza di una chiusura rapida, potrebbe presentarsi lo stesso nella seduta inaugurale del Consiglio regionale che, sino a ieri sera non era stato ancora convocato, con una mini giunta.
D’altra parte c’è un precedente. Mario Oliverio esordì con tre soli assessori: Carlo Guccione, Enzo Ciconte e Nino De Gaetano, poi travolti da inchieste giudiziarie, alcune delle quali poi sgonfiatesi. Questa volta c’è una sovrabbondanza di candidature, uno squilibrio tra domanda e offerta. Ogni forza politica rappresentata in assemblea ha le sue paturnie geografiche e geopolitiche. Per ogni casella vuota ci sono almeno tre soluzioni possibili e plausibili. Dovrà esercitare tutto il suo peso e il suo prestigio Jole Santelli per uscirne fuori.
Prendiamo per esempio la Lega di Salvini che, in quanto dispone della catena di comando più corta, dovrebbe avere più facilità a fare le scelte. I rumors parlano di un divieto di cumulo di cariche. In altre parole il consigliere che dovesse essere nominato assessore si dovrebbe dimettere da consigliere. Facciamo un esempio pratico: se Pietro Molinaro, in predicato di diventare assessore all’Agricoltura, secondo la vulgata mediatica, dovrebbe lasciare il posto al primo dei non eletti, Luigi Novello di San Lucido. Tuttavia ci sarebbero degli escamotage per aggirare l’ostacolo, ma richiedono tempo. Come per esempio modificare lo statuto e introdurre la figura del “consigliere supplente”. Una strada che fu tentata nel 2009 laddove si prevedeva la nomina di un consigliere a tempo al posto di quello eventualmente nominato assessore. In realtà la preferenza della Lega è una consuetudine, un gradimento, forse un deterrente.
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