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COSENZA – Il presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Cosenza, Eugenio Corcioni ha inviato una missiva sullo stato della sanità al presidente della Regione Calabria Jole Santelli. Corcioni ha ricordato che «da oltre dieci anni la sanità calabrese è commissariata. Da circa un anno è operante in Calabria un decreto del precedente Ministro della Salute, Grillo, cosicché, di recente, sono arrivati nelle varie Aziende sanitarie i commissari inviati direttamente da Roma. Nessuno che abbia a cuore il bene di Cosenza scrive al governtore della Regione Calabria Jole Santelli. Nessuno che abbia a cuore il buon funzionamento del sistema sanitario calabrese – sostiene il Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia più estesa della Calabria – può rimpiangere le molte (non tutte) scellerate gestioni precommissariali che hanno sommato sprechi, malagestione, ingerenze politiche e ripetuti scandali. E’ un fatto evidente e doloroso lo stato preagonico della sanità in regione, dopo un decennio di mancato cambiamento virtuoso. Premesse necessarie – spiega dalla propria prospettiva il Presidente dell’Ordine dei Medici Cosenza – per comprendere il contesto nel quale sopravvive il mondo della sanità in Calabria, in conseguenza dello scollamento delle reti assistenziali, del netto peggioramento dei livelli organizzativi, del diffuso immobilismo, della sfiducia di tanti operatori e utenti».
«Il Dipartimento regionale alla Salute,è un involucro vuoto, disorganizzato e privo delle necessarie competenze, incapace persino di far fronte ai compiti della più ordinaria amministrazione. Un dipartimento che, con la sua inefficienza – denuncia Corcioni – è spesso motivo di ostacolo e quindi di ritardo per il buon andamento del lavoro sanitario in Calabria. Vale la pena di ricordare che ancora oggi, malgrado gli accordi sindacali raggiunti da quasi due anni, non si riesce a rilanciare la medicina territoriale»
Il presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza Eugenio Corcioni ha sollecitato il presidente della Regione Calabria Jole Santelli ad intervenire per tutelare l’incolumità dei cittadini. «Manca un piano strategico regionale e gli ospedali – lamenta il presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza – soffrono da tempo una crisi drammatica, con punti critici come i reparti di Pronto Soccorso, Pediatria, con personale del tutto insufficiente, stressato da turni pesantissimi sempre più spesso aggredito da pazienti e loro familiari in un quadro di degrado davvero allarmante. A nostro parere, da un lato, si dovrebbe fare una più attenta verifica, di ciò che è stato fatto prima della stagione del commissariamento, per correggere davvero e fino in fondo gli errori della sanità calabrese».
«Dall’altro lato – spiega Corcioni – si dovrebbero difendere e potenziare gli aspetti della sanità calabrese, che con estrema fatica hanno continuato ad esistere o sono nati di recente, producendo risposte assistenziali di qualità che non devono essere mortificati. Il risanamento di una istituzione che deve tutelare il bene costituzionale della salute non si può fare unicamente con i tagli economici, ma richiede anche di fare risparmi lungimiranti, di eliminare gli sprechi e le illegalità, di qualificare i servizi con attrezzature idonee e avanzate, di migliorare il rendimento organizzativo a tutti i livelli, di assumere con urgenza i giovani medici per colmare almeno le più gravi lacune del personale ospedaliero dopo i pensionamenti. Senza tutto questo non si parla di risanamento, ma di disastro annunciato, magari con inutili e ipocriti commissariamenti ad oltranza».
«Presidente Santelli ho molto apprezzato le sue dichiarazioni all’insediamento e in quello spirito volevo ricordarle che – lancia un appello il Presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza citando il Decreto Calabria – esistono importanti spazi di iniziativa per la Regione. Le chiedo, a nome di tutti gli operatori sanitari e dei cittadini che a noi si rivolgono, di mettere in primo piano la problematica della sanità calabrese e di affrontarla con l’urgenza e la determinazione che la gravità della situazione impone, offrendole, se lo riterrà opportuno, la più ampia e disinteressata collaborazione».
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