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POTENZA – Sarà stata sciatteria, sarà stata la concitazione del momento, sarà stata la confusione, sarà stato cos’altro? Tutte domande senza risposta. Non ci sono, al momento, elementi certi per capire che fine abbia fatto quel benedetto sacco con alcuni dei numerosissimi reperti raccolti nel sottotetto della Trinità all’indomani del ritrovamento dei resti di Elisa Claps. Gli investigatori per giorni e giorni sono entrati nella chiesa del centro di Potenza e sono saliti lassù, dove nessuno mai avrebbe immaginato di trovare la ragazza. Su indicazione dei periti è stato raccolto tutto quello che sarebbe potuto servire a ricostruire il contesto in cui è maturato il delitto.
Tutto, tra l’altro, è stato verbalizzato, come forma impone. All’appello dei reperti esaminati da uno dei periti, però, manca uno dei sacchi con il materiale raccolto. O meglio sarebbe stata fatta confusione nella numerazione. Sicchè al numero apposto all’esterno sul contenitore non corrisponderebbe quello che – in base ai verbali – doveva trovarsi all’interno.
Nulla di irreparabile, in verità, anche perchè, a sentire le parti in causa, è stato raccolto anche materiale poi ritenuto di nessuna utilità. Ma è prassi. Scrupolo investigativo (e forse anche la sindrome di finire nel tritacarne delle recriminazioni come nella prima inchiesta) ha fatto raccogliere di tutto di più. Arrivando, però, al paradosso di una piccola confusione. Dato sul quale, comunque, la Procura della Repubblica di Salerno, sta cercando chiarimenti, tanto per rimanere ai numerosissimi interrogativi senza risposta che accompagnano il giallo di Elisa.
Ieri sera, intanto, Federica Sciarelli, ospite Gildo Claps, è tornata a dedicare ampio spazio della trasmissione al giallo di Potenza, chiedendo con forza di avere certezze sul prelievo del Dna di Danilo Restivo che, stando alla perizia del professore Pascali, non è stato possibile identificare.
E’ uno dei punti più controversi dell’inchiesta, questo del Dna.
Pascali ha isolato due profili genetici maschili dall’ormai famoso materasso trovato nel sottotetto ma nessuno dei due è riconducibile a quello prelevato al presunto killer. Il difensore di Restivo, l’avvocato Marinelli, confermò a suo tempo la disponibilità del suo assistito a fornire il Dna. Cosa che, poi, al momento dell’irruzione della polizia nell’abitazione in Inghilterra, non è stata fatta proprio per l’opposizione dell’ex ragazzo conosciuto a Potenza per la strana passione di tagliare ciocche di capelli alle ragazze. Tanto che furono prelevati alcuni reperti, tazza da caffè, spazzolino, presumendo che potessero essere in uso a Restivo. Con il Dna di questi oggetti non corrisponde quello isolato dal professore Pascali nel sottotetto. Ma nella casa del Dorset non abitava solo Danilo. Con lui la moglie e anche ospiti.
Dopo le contestazioni che il consulente del pm, Patrizia Stefanoni, ha fatto alla perizia di Pascali, si è proceduto ad affidare il nuovo incarico peritale agli esperti del Ris di Parma. L’avvocato Marinelli ha scelto come suo consulente il professore Travaglini, che è stato consulente proprio insieme a Pascali, in un altro processo di forte impatto mediatico, quello per la morte di Meredith. Erano entrambi consulenti di parte della difesa di Raffaele Sollecito.
In quello stesso processo è stata consulente anche la Stefanoni, nome di primo piano della Scientifica. E tra lei e Pascali sono state, anche allora, scintille.

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