2 minuti per la lettura
LA NOTIZIA di giornata è che Nino Pomarico, presidente dell’associazione “Il Mio Potenza” si è dimesso. L’atto sarà ratificato dal consiglio direttivo di domani che poi convocherà una assemblea elettiva per la sua successione. Non andrà via dal gruppo, ma preferisce starsene in disparte, pur avendo già tracciato una linea programmatica che merita di essere assecondata. Si parla della riduzione della quota (da 120 euro a 30 euro) per aderire all’azionariato popolare che possa promuovere la rinascita del calcio a Potenza, ma anche di un direttivo meno ampio di quello che attualmente prevede 19 teste pensanti.
Si dimette, ma non ritiene di uscire “bastonato” dalla mancata realizzazione del progetto di ridare dignità al calcio in città partendo da quartieri alti come la D. Anzi, spiega ai cronisti che il solco è stato tracciato, che l’operazione-Avigliano non era poi tanto peregrina. Ma quello striscione (“Voltare le spalle e seguire un’altra realtà, questa la merda della nostra città”) esposto al Viviani lo ha ferito. Pomarico è uno di quelli che con la sua famiglia è sempre stato vicino al Potenza e prima di farsi da parte vuole spiegare perchè l’iniziativa dell’associazione “Il mio Potenza” si era dirottata verso la vicina piazza periferica.
«In un primo momento c’era diffidenza verso il Potenza e il suo proprietario, poi le voci che arrivavano dalla federcalcio non erano incoraggianti. Ad Avigliano hanno di fatto dato seguito a un’iscrizione a beneficio della piazza potentina, dal momento che era praticamente scontato che il Potenza non fosse iscritto neanche all’Eccellenza. Con il passare del tempo abbiamo pensato a un’iniziativa che posso definire a carattere imprenditoriale e che ha trovato il pieno gradimento anche delle stanze federali. Abbiamo chiesto all’Avigliano, al termine della corrente stagione sportiva, di firmare un accordo con il quale la società granata si impegnava a venderci il titolo sportivo in cambio del trasferimento lì di tutta l’attività giovanile. La cifra era irrisoria (Pomarico non lo dice, ma pare si tratti di non più di 35 mila euro, ndr). Voglio evidenziare che si tratta di un titolo che ha tutti i requisiti per il ripescaggio in Serie D». Possibilità, questa, che era stata anche avanzata, nel corso dell’estate, attraverso la costituzione di una nuova società di “matrice potentina” (circolò la voce – rimasta tale – che era proprio Postiglione a volerla creare, ndr) che ripartisse da Avigliano.
«Il titolo acquistato lo abbiamo proposto “in regalo” all’Atletico Potenza, che noi crediamo sia il futuro del calcio in città. Ma questa proposta non ha entusiasmato nessuno. Non ci hanno risposto nè sì, nè no», dice Pomarico.
Tutto arenato quindi per le pressioni giunte alla dirigenza di Avigliano di lasciare il mondo come è, e per quello striscione allo stadio?
«Se volessimo, domani mattina si può firmare quell’accordo», è la chiusura. Pomarico si dimette e lascia una strada tracciata al nuovo direttivo e al nuovo presidente. Il tempo dirà se è percorribile ancora.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA