Gianni Rosa
2 minuti per la letturaPOTENZA – L’assessore regionale all’Ambiente Gianni Rosa ha sollecitato Total, «a soli fini di mera opportunità e di leale collaborazione», a comunicare «tempestivamente» alla Regione «tutto quanto accade, per evitare che notizie minime creino ingiustificato allarme nelle popolazioni». È quanto reso noto ieri dallo stesso Rosa commentando l’episodio dello sversamento il 10 gennaio, all’interno del Centro olio Tempa Rossa di Corleto Perticara, denunciato lunedì pomeriggio dai sindaci dell’area della seconda concessione petrolifera lucana.
L’assessore ha liquidato l’accaduto come un «malfunzionamento dell’impiantistica Total» e ha diffuso anche la lettera in cui la compagnia parla di «150 litri» di «acqua oleosa» fuoriusciti dal bocchello di un serbatoio durante un intervento di manutenzione, ma rimasti all’interno del bacino di contenimento del serbatoio stesso, «senza alcun contatto con il terreno», e rimossi poco dopo.
Operazione a cui è seguito lo svuotamento del serbatoio e la sua ispezione, che è il motivo per cui si è reso necessario travasarne per intero il contenuto. «Appresa la notizia in maniera informale – ha spiegato Rosa in una nota diffusa ieri dall’ufficio stampa delle giunta regionale – l’assessorato all’Ambiente ha provveduto immediatamente a chiedere conto con nota del 30 gennaio a Total dell’accaduto. La stessa Total in data 6 febbraio ha comunicato i relativi dettagli, che non classificano l’accaduto come “un evento che sia potenzialmente in grado di inquinare il sito” e quindi soggetto ad obblighi comunicativi agli organi competenti».
«È nostro intento – ha aggiunto l’assessore – appurare sempre la realtà e non scadere nel puro chiacchiericcio». Ieri Rosa ha voluto replicare anche alle critiche rivolte dalla Cgil, qualche ora prima, al bando appena pubblicato per l’individuazione del nuovo direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (appena riformata), che prevede come requisito la laurea in giurisprudenza a scapito di ingegneri, biologi, chimici e quanti altri potrebbero aspirare alla guida di un ente con quella missione.
«I requisiti – ha ammesso l’assessore – sono stati formulati nel rispetto della scelta organizzativa delineata con la nuova legge di riordino dell’Agenzia. La normativa attribuisce al direttore generale un ruolo prettamente manageriale, cui vengono sommate le funzioni del direttore amministrativo, abolito, mentre rimangono a suo supporto la professionalità e le conoscenze del direttore tecnico-scientifico, figura confermata. Ma, onde evitare inutili strumentalizzazioni, si sta già lavorando alla riformulazione dell’avviso per garantire la massima partecipazione, nel solco del principio di trasparenza che è uno de valori portanti dell’amministrazione Bardi».
Soddisfatti per la marcia indietro i consiglieri di Italia Viva Luca Braia e Mario Polese, che già la scorsa settimana avevano mostrato dubbi sulla laurea in giurisprudenza chiesta agli aspiranti dg. «Ovviamente la nostra non era una “mera” strumentalizzazione – hanno evidenziato Braia e Polese – ma una richiesta che puntava semplicemente a far modificare un avviso pubblico che non rispettava tutti i criteri normativi».
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