Palazzo Chigi
3 minuti per la letturaUnire l’Italia infrastrutturale e industriale è l’unica politica economica possibile per salvare il Paese dalla terza recessione. Per dare al sistema produttivo del Nord una dimensione nazionale competitiva e un mercato di consumi interno che lo preservino dai contraccolpi della crisi strutturale tedesca e della crisi cinese di origine epidemica. La caduta del muro ideologico che ha per anni separato in casa le due Italie con un racconto falso di un Mezzogiorno idrovora della spesa pubblica quando era vero l’esatto contrario, non può giustificare la reazione di tirare su un altro muro che ripaga il Nord con le stesse pietre che hanno colpito il Sud negli ultimi venti anni. La spirale viziosa italiana è tutta qui e appare ai nostri occhi aberrante che la gran parte degli analisti continui a parlare indistintamente di crescita come se il Paese fosse uno e invece sono due con il reddito pro capite del secondo che è la metà del primo.
Potremmo dire di avere invano avvertito che un sistema esclusivo di interdipendenza tra Nord Italia e Nord Europa (locomotiva tedesca), accompagnato da un indebito prelievo di spesa pubblica delle Regioni idrovore del Nord sottratta alle infrastrutture di sviluppo del Sud, avrebbe reso fragile l’intero Paese e condannato al declino le due Italie. La prova inconfutabile è che Nord e Sud italiani sono gli unici due territori europei a non avere raggiunto i livelli pre-crisi del 2008 e che siamo stabilmente il fanalino di coda tra le economie europee, superati perfino dalla Grecia. Che cosa deve ancora accadere per capire ciò che questo giornale documenta e sostiene da mesi e che riecheggia nelle parole del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, quando ripete che l’Italia riparte se riparte il Sud?
Per questo ci permettiamo di dire a lui che l’approccio sistemico decennale del piano per il Sud “Un progetto per l’Italia” è condivisibile, ma che oggi l’economia ha bisogno di una lista della spesa che si può fare all’istante. Il sistema Italia ha urgenza di un piano di spesa immediato nel 2020 fatto di cantieri strategici, a partire dalla alta velocità ferroviaria Napoli-Bari/Reggio Calabria, da aprire in settimana. Tutto ciò che è spendibile va speso e serve una governance centrale dotata di poteri sostitutivi che permette di fare le cose non di annunciarle. Il rumore caratteriale di Renzi e il fantasma della crisi di governo possono essere stroncati sul nascere solo dall’azione di governo fatta di cose che si possono toccare. Questo ci ordina il calo record delle produzioni tedesca e italiana e a chi minimizza l’effetto cinese ricordando che il nostro interscambio è di 40 miliardi e quello tedesco di oltre quattro volte di più, bisogna ricordare, come Conte sa bene, che lì dentro c’è molto di italiano. In teoria l’incidente definitivo non è all’orizzonte ma se non si riprende a spendere per unire l’Italia gli incidenti si moltiplicano e, prima o poi, arriva quello che ti manda a casa. Prodi non ottenne la fiducia con 313 voti contrari e 312 a favore. Andò a casa per un voto. I traditori avevano calcolato tutto, ma prima gli avevano impedito di governare. Oggi governare significa spendere tutto ciò che è spendibile. Soprattutto, significa spenderlo bene.
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