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Per la Vigor due minuti hanno cambiato completamente il volto alla partita trasformando la trasferta siciliana in un pomeriggio molto amaro. Prima la zuccata di Perrone da due passi (in sospetta posizione di fuorigioco) e, poi l’espulsione di Caridi (fallo netto a metà campo su Barraco ma decisione apparsa troppo pesante) hanno spostato totalmente l’equilibrio di un match che fino a qualche minuto prima la Vigor aveva giocato ad armi pari. Difficile dire quanta colpa abbia avuto l’undici di Costantino a farsi travolgere dagli eventi contrari e quanto sia giustificata la rabbia per quanto stava accadendo. Di fatto, in quei centoventi secondi si è scritto irreparabilmente il destino dei novanta minuti. Che la Vigor fosse arrivata a Trapani con l’intenzione di giocare un calcio aperto, lo si è compreso immediatamente. Il 4-3-3 di Costantino è efficace, pungente e produce subito due corner consecutivi dopo una manciata di secondi dal fischio d’inizio: sugli sviluppi del secondo, capita anche un buon pallone fra i piedi di Catalano, che però calcia alto. E’ il preludio alla parte migliore della prestazione dei lametini, che non concedono al Trapani circolazione di palla, nonostante la superiorità numerica a centrocampo dei padroni di casa. Il Trapani, solitamente, lavora bene per creare “uno contro uno” sulle fasce laterali ma si vede che Fortunato ha preparato bene la gara. Il dinamismo di tutti gli esterni è la garanzia più chiara di imperforabilità della retroguardia della Vigor Lamezia. Mangiapane (fischiatissimo dal pubblico di casa) si muove con celerità tra i reparti e i locali sono costretti a giocare molto per vie centrali o con lanci lunghi. La gara, ricordiamo è terminata sul risultato di 3-1 per i padroni di casa.

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