X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

CASSANO ALLO IONIO – Iniziati i lavori di sfangamento dell’area archeologica di Sibari. Dopo diciannove mesi, era il quattro aprile del 2013, dall’ultimazione dei lavori di somma urgenza, ieri sono ripresi i lavori di ripulitura dei cinque ettari di area archeologica ricoperta da fango e detriti da circa due anni. Gli scavi di Sibari, stante a quanto previsto dal capitolato d’appalto, entro la prossima estate dovrebbero ritornare a essere come erano prima del 18 gennaio 2013, giorno in cui il fiume Crati, con tutta la sua imponente forza, ruppe gli argini e allagò, con circa duecento mila metri cubi di acqua e fango, cinque ettari di Parco archeologico, mettendo in serio pericolo un patrimonio di inestimabile valore.

LE FOTO: L’ANTICA SIBARI SOMMERSA DALL’ACQUA

«E’ una giornata molto importante anche perché – ha affermato l’archeologo Alessandro D’Alessio, responsabile dell’area archeologica di Sibari, che abbiamo incontrato nei pressi del cantiere, – questo intervento si colloca all’interno di una progettazione molto più ampia che prevede sul sito archeologico di Sibari un investimento, con i fondi Poin, di ben 18 milioni di euro».

Ieri, quindi, sono iniziati i lavori di sfangamento dell’area archeologica sibarita la cui consegna era stata fatta il 21 ottobre scorso. «Un programma di interventi – ci ha detto l’architetto Angela Canale, della Sovrintendenza regionale nonché direttore dei lavori, che, incontriamo nei pressi del cantiere, insieme ai responsabili delle imprese appaltanti e al responsabile dell’area archeologica sibarita – abbastanza corposo con alla base un progetto che è stato redatto e approvato immediatamente subito dopo la notizia dell’avvenuto finanziamento».

LA FOTOGALLERY: IL FANGO RIMASTO SUL PARCO ARCHEOLOGICO

L’architetto Canale ha tenuto a spiegare anche il perché solo adesso, dopo 19 mesi, riprendono i lavori. «E’ chiaro che ci sono stati dei ritardi ma questi sono stati dovuti – ha affermato la direttrice dei lavori – ai tempi burocratici abbastanza lunghi delle gare d’appalto, dei ricorsi, delle sentenze e quant’altro. Oggi, comunque, i lavori iniziano». Lavori che, per un importo appaltato di circa un milione e duecento mila euro finanziati nell’ambito dei Poin, prevedono sia operazioni di sfangamento e sia operazioni di salvaguardia del sito.

#LAPRIMAVERADISIBARI: L’EVENTO PER GLI SCAVI

«Realizzeremo, – ha annunciato l’archittetto Canale – all’interno del perimetro degli Scavi, un fosso di guardia per la raccolta delle acque piovane e di eventuali altre inondazioni, che sarà collegato a un collettore ubicato nelle vicinanze del sito archeologico. Realizzeremo delle piste per poter fare una manutenzione futura e per poter intervenire sugli scavi stessi. Saranno eseguiti lavori di consolidamento delle strutture e anche di scavo archeologico, interventi, questi, dettati dalle esigenze dovute all’inondazione stessa. Questi lavori dovranno essere ultimati entro e non oltre 175 giorni dalla data di consegna” e sono stati affidati all’Ati (associazione temporanea di imprese) “Cassisi” (capogruppo) e Montedil (mandante). Quindi, stante a questi tempi, si può ritenere che entro sei mesi, e quindi nella prossima estate, gli Scavi di Sibari torneranno a essere di nuovo agibili. “Certamente, – ha inteso sottolineare, però, l’architetto Angela Canale – entro la prossima estate faremo un grande lavoro di pulizia. Però voglio ricordare – ha sottolineato – che non partono solo i lavori a cui oggi abbiamo dato l’avvio, ma parte il grande progetto sugli scavi di Sibari”. A giorni, infatti, ci ha annunciato, a tal proposito, l’archeologo D’Alessio, “saranno consegnati i lavori per la realizzazione dei nuovi depositi e di una nuova unità museale, il cosiddetto modulo . A breve – ha continuato il responsabile dell’area archeologica di Sibari – partiranno i lavori di completamento, con gli impianti e le rifiniture, del nuovo modulo “Wallach” appena realizzato. Si interverrà – ha continuato – sull’area di Oasi Casa Bianca per ristrutturare e riallestire quella zona, quegli edifici per l’accoglienza e poi c’è il grande progetto delle trincee drenanti che partirà a breve».

Lavori per 18 milioni di euro che dovrebbero essere consegnati entro il 31 dicembre.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE