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Il sottosegretario all’Interno e presidente del presidente della Commissione centrale sui programmi di protezione, Alfredo Mantovano (nella foto), rispondendo ad un’interpellanza alla Camera ha chiesto che venga protetta Denise Cosco, la figlia di Lea Garofalo, la donna, collaboratrice di giustizia uccisa e sciolta nell’acido. «La segreteria del Servizio centrale di protezione – ha spiegato Mantovano – ha interpellato le diverse autorità giudiziarie che a vario titolo si sono occupate di questa vicenda nel corso degli anni perchè, come il sistema prevede, l’attivazione di una misura di protezione, che in questo caso sarebbe nuova, deve sempre avvenire su impulso dell’autorità giudiziaria. Inoltre – ha aggiunto – la segreteria del Servizio centrale di protezione ieri ha fatto presente alle varie autorità giudiziarie (Dda di Catanzaro, Dda di Milano e Dda di Campobasso) l’opportunità, starei per dire la necessità, di una misura di protezione nei confronti di questa ragazza».
«Attendiamo – ha proseguito il sottosegretario – che qualcuna delle autorità giudiziarie interpellate assuma l’iniziativa. Ma l’attesa non è inoperosa; mentre vi è questa valutazione da parte delle procure interessate, infatti, il prefetto di Crotone, d’intesa con le autorità di sicurezza di altri territori, ha fatto in modo di raggiungere la ragazza, che si era allontanata, anche lei volontariamente, dal suo ultimo domicilio e di garantire un’adeguata protezione nei suoi confronti. Tutto questo – ha ribadito – in assenza di iniziative da parte dell’autorità giudiziaria e in presenza di una difficoltà obiettiva derivante dal nuovo volontario allontanamento questa volta della ragazza».
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