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REGGIO CALABRIA – Ad accogliere Matteo Salvini al Cineteatro Odeon c’è un bagno di folla: un’orda di persone arrivate da tutta la Calabria, dal Pollino ai paesi limitrofi. Per la platea che inonda il teatro il leader della Lega è un idolo. “Forza capitano!”, “Sei grande capitano!”, urlano. ll commissario regionale del partito Cristian Invernizzi chiama tutti, uno a uno sul palco, i quattro consiglieri leghisti appena eletti a palazzo Campanella: Pietro Molinaro, Tilde Minasi, Pietro Raso e Filippo Mancuso. Per ciascuno è un’ovazione, che culmina quando a prendere la parola è proprio lui, il beniamino del pubblico che in mattinata era stato a Bagnara Calabra a incontrare i pescatori locali (GUARDA IL VIDEO).

Salvini ne ha per tutti. Dal ministro Luciana Lamorgese, rea di voler aumentare il contributo economico per i Centri di accoglienza (“Quando torneremo al governo non chiuderemo le frontiere, le sigilleremo, altro che modello Riace” ), al Pd (“Se dovessi rinascere farei il parlamentare del Pd, è molto più comodo”), ai magistrati che” lo vogliono processare”. E giù applausi.

Ma è quando parla di Gratteri e di lotta alla ‘ndrangheta il vero tripudio: al suono di quelle parole (“Li prenderemo a bastonate”, ripete tre volte riferendosi ai mafiosi) i seguaci del “capitano” si scaldano, ovunque si levano cori che inneggiano al magistrato di “Rinascita-Scott”. In seguito snocciola le altre priorità da affrontare in Calabria, prima fra tutti il lavoro, seguito da infrastrutture, sanità, piano rifiuti. Qualcuno dal pubblico grida “lotta alla droga”.

Poi il momento dei saluti: il leader del Carroccio promette di tornare presto in Calabria e lancia la campagna di tesseramento (10 euro a tessera) ai gazebo da allestire per San Valentino. E, infine, la corsa al selfie – rito irrinunciabile per i suoi “fan” – destinata a durare almeno un’ora, ovvero più dell’incontro stesso. Da Rocca Imperiale qualcuno gli porta in dono due cassette di limoni (prodotto tipico di quel territorio), ma il gesto possiede un duplice significato: al di là dell’omaggio, anche un modo per chiedere attenzione ai problemi degli agricoltori calabresi.

Mimetizzati tra il pubblico sfilano ragazzi di diverse età che hanno in comune una cosa: sono identici a Vincenzo Sofo, l’europarlamentare subentrato di recente a Bruxelles per effetto della Brexit. Ne copiano il look in ogni aspetto, dai capelli, alla sciarpa, ai pantaloni a tubo. I tempi della vecchia Lega, delle sciarpe verdi e dei simboli celtici, sono passati ormai. Ora è tempo di pensare anche alla Calabria, “la prima tra le grandi regioni del Sud ad avere eletto la Lega in consiglio”.

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