L'incontro degli esperti di Protezione civile con alcuni cittadini di Albi
4 minuti per la letturaALBI (CATANZARO) – Una convivenza forzata, quella che da settimane si ritrovano ad accettare i cittadini di Albi, piccolo borgo presilano assurto agli onori della cronaca per essere l’epicentro di una serie importante di movimenti tellurici. Un convivente decisamente “poco gradito” non solo agli albesi ma a tutti i residenti nel popoloso hinterland presilano, il terremoto, la cui presenza da queste parti non è mai stata cosi ingombrante oltre che oggettivamente preoccupante, come in queste ultime due settimane.
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Più di cinquanta scosse in 15 giorni; per i geologi, si tratterebbe di normale attività tellurica in un ambito territoriale da sempre riconosciuto come ad alto potenziale sismico, ma gli albesi la pensano diversamente, non fosse altro perché questo incessante tremore della terra, seppur senza danni a persone e cose, ha sconvolto la vita dei residenti. Dalla notte della prima scossa, di magnitudo 4,0 e dunque percepita nettamente, molti residenti trascorrono notti insonni o all’aperto ed in macchina temendo di venire nuovamente sorpresi nel sonno; altri, tantissimi in verità, hanno preparato un piccolo bagaglio con beni di prima necessità da tenere sull’uscio di casa e portare con sé nell’eventualità di una scossa più forte. Gesti dettati più dall’emotività che da una razionale analisi della situazione ma che temperano un po’ l’ansia di giorni vissuti in uno stato di tangibile apprensione, naturale conseguenza della condizione, difficile da accettare, di assoluta impotenza.
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Tutto sembra in stand-by, in attesa non si capisce bene di cosa, ma l’argomento che tiene banco nelle piazze, spesso semideserte, e nelle case è uno solo: quando si verificherà la prossima scossa? Intanto, anche nelle scuole, chiuse da giorni, la normale attività curriculare ha subito una variazione non prevista, le prove di verifica programmate per definire i voti del primo quadrimestre sono slittate a data da destinarsi. Una situazione al limite della psicosi insomma, gestita però egregiamente dagli amministratori dei comuni interessati dallo sciame, ogni centro, da Pentone a Petronà, sta predisponendo incontri tra cittadinanza ed esperti della Protezione Civile finalizzati a rendere le comunità edotte e maggiormente consapevoli rispetto alla gestione di un evento sismico.
Il primo comune a muoversi in questo senso è stato proprio quello di Albi, grazie al lavoro certosino del sindaco Salvatore Ricca e del suo vice Arturo Rizzo, con un passato da volontario Prociv. L’amministrazione comunale di Albi, insediatasi sei mesi fa seppur composta da giovanissimi alla prima esperienza nella gestione della Res Publica, ha dato prova in queste settimane di grande maturità e presenza di spirito nella gestione di una situazione non semplice.
«La notte della prima scossa – ricorda il sindaco Ricca – è stata la peggiore, colti di sorpresa abbiamo dovuto far fronte alla legittima apprensione dei nostri concittadini oltre che verificare, visitando di persona ogni quartiere del comune e della frazione, che tutto fosse in ordine, la grande paura è stata mitigata dal constatare che nessuno fortunatamente era rimasto ferito. Abbiamo ritenuto di prorogare la chiusura delle scuole, che lunedì (domani, ndr), salvo nuovi imprevisti, riapriranno regolarmente, in via precauzionale considerando anche il fatto che l’adeguamento sismico degli edifici scolastici albesi non è stato ancora posto in essere».
A breve infatti saranno firmate le convenzioni ed appaltati i lavori per riqualificare dal punto di vista sismico la sede municipale, scuole d’infanzia e primaria. «Interverremo sulle scuole – aggiunge il giovane primo cittadino – ma anche sulla struttura che ospita la casa comunale che dopo l’azione di restyling diverrà sede COC (Centro operativo comunale). Nei prossimi giorni aggiorneremo anche i dati del Piano di Protezione Comunale e promuoveremo incontri sistematici con la Prociv che, all’indomani del primo evento sismico, ha reso un grande servizio alla comunità albese presenziando ad un incontro utile a fugare dubbi e tranquillizzare molti residenti».
Taverna, centro tra i più grandi del territorio, ha fatto sapere il primo cittadino, Sebastiano Tarantino, ha invece provveduto negli anni passati all’adeguamento sismico delle strutture comunali investendo per la sicurezza nelle scuole circa tre milioni di euro. La macchina della prevenzione sembra dunque ben oliata, a questo si aggiunge l’ unica nota positiva di questo periodo non semplice per la Presila: tutti i centri interessati dal movimento tellurico, da Pentone a Sersale, hanno superato gli atavici campanilismi dando vita ad una fitta e proficua rete sinergica finalizzata ad informare adeguatamente le comunità per essere tutte preparate ad affrontare un evento che tutti qui sperano non si verifichi mai.
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