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I magistrati della Calabria nel mirino delle cosche reggine; dopo l’ennesimo episodio di intimidazione, quello della telefonata anonima e del ritrovamento di un bazooka nelle vicinanze della Dda di Reggio Calabria, sono numerosi gli attestati di solidarietà al procuratore Pignatone da parte del mondo politico. Primo tra tutti quello del presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti che ha affermato: «Ancora un gravissimo atto intimidatorio contro la magistratura reggina e contro il Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, a cui indirizzo tutta la stima e la solidarietà personale ed istituzionale». «Si tratta di episodi – ha aggiunto Scopelliti – che cercano di destabilizzare il concreto percorso di ripristino della legalità intrapreso dallo Stato e che non possono e non devono farci indietreggiare nei confronti della lotta alla ndrangheta». «Le positive azioni di contrasto alla criminalità messe in campo dal Governo, dalla magistratura e dalle forze dell’ordine – dice ancora Scopelliti – stanno restituendo fiducia ai cittadini calabresi. Proprio per questo tutte le espressioni positive della regione ed i tanti cittadini onesti devono continuare a fare squadra per emarginare questi gesti».Dalla Regione anche il commento del vicepresidente del Consiglio regionale, Alessandro Nicolò: «Il crescendo di attentati e intimidazioni di inaudita gravità nei confronti di magistrati requirenti dei Tribunali di Reggio Calabria, provoca sincera indignazione e sgomento». «Una società, e tutti ne abbiamo contezza, non può – conclude Nicolò – svilupparsi senza il rispetto delle regole della convivenza civile e della legalità».Ad esprimere la più convinta e forte solidarietà al procuratore della Repubblica di Reggio, anche il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Talarico: «Le modalità e gli scenari inquietanti delineati dall’episodio odierno, con il ritrovamento di un micidiale bazooka – aggiunge – costituiscono una vera e propria escalation che turba la coscienza democratica e la Calabria degli onesti». «Nello stringerci, quindi, attorno al procuratore Pignatone ed a tutti i magistrati calabresi schierati sul fronte antimafia, l’Assemblea regionale che presiedo – dice ancora Talarico – conferma e rinnova l’impegno a dispiegare tutte le iniziative istituzionali per isolare la ‘ndrangheta con le sue strutture di comando e le ramificate complicità esterne». Anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa ha dichiarato che le minacce al procuratore Pignatone «non solo toccano direttamente uno dei principali artefici della lotta alla ‘ndrangheta, ma anche la coscienza civile della città di Reggio Calabria stanca di assistere ad episodi che mirano a destabilizzare il conteso sociale e rendere più difficoltosa l’opera tesa al ripristino della legalità che viene condotta quotidianamente da magistratura forze dell’ordine ed istituzioni». «Quest’ennesimo grave episodio – aggiunge Raffa – rientra nella strategia della tensione che sta caratterizzando la nostra terra in una escalation di fatti criminosi che vogliono impedire qualsiasi tentativo di cambiamento rispetto agli equilibri e alle incrostazioni del passato». «La Città – conclude Reggio – è con il suo Procuratore della Repubblica, al cui fianco si schiera senza tentennamento alcuno nella dura battaglia contro le forze dell’antistato».Piena solidarietà al procuratore di Reggio Calabria anche da parte di Luigi De Magistris, eurodeputato IdV e responsabile giustizia del partito che ha commentato: «La società civile deve continuare a stringersi intorno alla magistratura e alle forze dell’ordine che quotidianamente lottano contro il crimine organizzato in una terra come la Calabria, dove la piaga virulenta della ‘ndrangheta ha dimostrato, purtroppo, tutta la sua capacità di infiltrazione in parte delle istituzioni e della politica. Per fortuna esiste un’altra Calabria, che non solo spera ma continua ad attivarsi concretamente per una rivoluzione etico-civile che porti a sconfiggere questo fenomeno infame, il quale non ha più una rilevanza locale avendo assunto una dimensione nazionale.Infine una nota polemica oltre al messaggio di solidarietà è arrivato da Leoluca Orlando, portavolte di Italia dei Valori: «Il Guardasigilli non ha detto una parola in difesa dei magistrati duramente attaccati e offesi dal Presidente del Consiglio. È gravissimo il suo silenzio. Ci chiediamo se anche Alfano è d’accordo nel processare i giudici con una commissione d’inchiesta parlamentare».
«Oggi il ministro della Giustizia, nell’esprimere solidarietà al procuratore Pignatone – prosegue Orlando – si è attribuito i meriti dei successi nella lotta alla criminalità. Nel ribadire la nostra solidarietà al procuratore di Reggio Calabria, diciamo ad Alfano che ha scelto il giorno sbagliato per ripetere il motono quanto falso ritornello dei meriti del governo». «Berlusconi e il suo esecutivo – conclude l’esponente dipiestrista – mortificano e minacciano le forze dell’ordine e i magistrati con drastici tagli e proposte di commissioni d’inchiesta. Se Alfano non difende i magistrati è complice del premier».

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