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Roma – “Il 29 gennaio si è tenuto al Ministero dello Sviluppo Economico l’incontro convocato per la vertenza Whirlpool; al tavolo erano presenti, oltre al Ministro Patuanelli, i Segretari generali di categoria mentre i lavoratori di Napoli attendevano in presidio sotto il Ministero. Riteniamo gravissima e inaccettabile la iniziale conferma di Whirlpool di voler chiudere Napoli il 31 marzo prossimo e insufficiente la mediazione del Governo che è riuscita solo a spostare il termine al 31 ottobre”. Così Fiom, Fim e Uilm in una nota. “Sono pertanto dichiarate 16 ore di sciopero per tutto il Gruppo; le prime 8 ore con articolazione territoriale con presidi davanti agli stabilimenti, le altre 8 in occasione della mobilitazione nazionale che verrà definita nelle prossime settimane”, aggiungono. Per il leader della Cgil, Maurizio Landini: “La situazione è delicata e difficile, bisogna mantenere i nervi saldi, non farsi impressionare e tenere fermo l’obiettivo che è quello di salvaguardare la produzione e l’occupazione. I tempi si sono allungati fino a ottobre ma il punto rimane quello del rispetto degli accordi”. Aggiunge il leader della Cisl, Annamaria Furlan,”E’ stata una notizia terribile e noi faremo di tutto perché questo non avvenga. Lo abbiamo detto con grande chiarezza a questa azienda irresponsabile e anche al ministro, le vertenze vanno seguite vanno trovate soluzioni”. “Però ieri sono rimasta molto colpita dalla rabbia comprensibile degli operai e da un atteggiamento di aggressione ai delegati di Fim, Fiom, Uilm che assolutamente non meritano questo -aggiunge Furlan-. Non si può spaccare il mondo del lavoro, la rabbia non porta da da nessuna parte, ci vuole intelligenza e dedizione, bisogna stanare azienda e governo su proposte vere e concrete che diano risposte ai lavoratori. Il sindacato va rispettato, vanno rispettati gli uomini e le donne che ogni giorno lavorano su questo con tanta attenzione. Non meritano insulti e aggressioni”. Per il Segretario Generale di Confintesa Francesco Prudenzano “La Whirpool spostando da marzo ad ottobre la decisione di chiudere lo stabilimento di Napoli non risolve il problema delle 412 famiglie ma ne allunga l’agonia”. “E’ assurdo – continua Prudenzano -accettare il ricatto velato della Whirpool che avvisa il Governo di non mettersi di traverso alla chiusura del sito di Napoli se non vuole mettere a rischio gli oltre 5000 dipendenti del gruppo in Italia. Il problema è che la multinazionale non vuole rispettare gli impegni presi con la firma dell’accordo del 2018 che garantivano continuità produttiva a Napoli. Ancora più assurda la posizione del Ministro Patuanelli che quasi giustifica l’azienda dicendo che non può obbligarla a tenere in piedi uno stabilimento in perdita”. “Una dichiarazione vergognosa che – sottolinea Prudenzano – contrasta con i principi della nostra Costituzione”.
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