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NAPOLI – JUVENTUS 2 – 1

NAPOLI: Meret 7, Hysaj 7, Manolas 7, Di Lorenzo 6, Rui 7, Ruiz 6 , Demme 7 (69’ Lobotka 6,5), Zielinski 7 (81’ Elmas 6,5), Callejon 6,5 , Milik 6 (90’ Llorente s.v.), Insigne 7.
In panchina: Karnezis, Daniele, Lozano, Luperto, Maksimovic, Leandrinho.
All. Gennaro GATTUSO 7
JUVENTUS: Szczesny 5, Cuadrado 5, Bonucci 5, De Ligt 6, Alex Sandro 5, Bentancur 5, Pjanic 6 (50’ Rabiot 5), Matuidi 5 (72’ Costa 5), Dybala 5(72’ Bernardeschi 5), Higuain 4, Ronaldo 6.
In panchina: Buffon, Pinsoglio, Ramsey, Rugani, Coccolo.
All. Maurizio SARRI 5
Arbitro: Mariani di Aprilia 6,5 – Guardalinee: Manganelli e Giallatini – Quarto uomo: La Penna
VAR: Rocchi – Avar: Del Giovane
Marcatori: 63’ Zielinski (N), 86’ Insigne (N), 90’ Ronaldo (J)

Note: terreno in discrete condizioni, ma ancora non al top in una serata dalla temperatura gradevole. Spettatori oltre 40mila con presenza ospite in buon numero. Ammoniti: Demme (N), Bentancur (J), Rabiot (J), Hysaj (N)Bernardeschi (J), De Ligt (J), Ronaldo (J)

NAPOLI. Quante rivincite in una sola serata, quanta rabbia dagli spalti, inizialmente rivolta al tecnico toscano ( travolto dai fischi) e, come al solito, al Pipita  (nullo per tutta la serata ed annullato dalla morsa di Di Lorenzo) e quanto sudore e furore invece in campo dagli uomini in casacca azzurra, disposti da Gattuso in maniera esemplare di fronte ad un tridente, che il Sarri schiera contro le cosiddette squadre deboli, ma che di debole il Napoli ha solo la classifica non la qualità. Una difesa a quattro (come sempre), una linea di centrocampo anch’essa a quattro, ma con la variante che Callejon da un lato ed Insigne dall’altro tornavano spesso a dar man forte ai difensori, ergendo, in tal modo un muro a salvaguardia della porta di Meret, che ha ostentato la sicurezza dei tempi  migliori, correndo qualche rischio solo dopo il settantesimo, fatale minutaggio in cui i partenopei mostrano un leggero appesantimento e un leggero debito di ossigeno. Ritorniamo alle rivincite! La prima riguarda Koulibaly, che in tribuna osservava i compagni speranzoso di far dimenticare quell’autorete che costò il match dell’andata, sorridente per la gagliarda gara condotta dai suoi colleghi di reparto, e fiducioso di poter rientrare tra i ranghi per consolidare la compattezza di un reparto che sembra aver assimilato i dettami del tecnico. Altra rivalsa, quella del capitano, orgoglioso di portare la fascia al braccio, ma dimentico delle prodezze che infiammavano il S. Paolo, fino a qualche giorno addietro: una magia contro la Lazio, in Coppa Italia, una rete da incorniciare sull’album della Panini, ieri sera, dimostrando che è davvero il condottiero, colui che trascina squadra e pubblico, cancellando in meno di una settimana le critiche che gli piovevano addosso da ogni dove. Possibile che lasciasse la sua terra, sotto, purtroppo, le continue rivendicazioni del suo manager Raiola di trovargli situazioni appetibili per il portafoglio ma non per la carriera? Inimmaginabile e lo ha dimostrato partendo dal silenzio (solo il fratello si impegnava a rispondere alle critiche tramite i social…) e operando in simbiosi con l’allenatore, capace di risvegliare l’istinto della rinascita sotto il Vesuvio e non altrove: una gara da sottolineare per sacrificio e per capacità di tirare dal suo repertorio il meglio proprio nella partita cui il popolo chiede la vittoria a tutti i costi. Tre le immagini rimaste scolpite nella memoria dei tifosi: la discesa sull’out sinistro, con dribbling a saltare uomini come birilli, fermata solo dal fallo di de Ligt (ammonito nell’occasione), la rete in acrobazia che ha determinato la vittoria, il contrasto con Douglas Costa, fermato sulla linea di fondo con il mestiere di un difensore navigato, seguito dalla richiesta di incitamento al pubblico, quasi a voler dire che solo insieme  si può tornare ad essere vincenti e competitivi! E la silenziosa, ma pungente, risposta di Gattuso la vogliamo dimenticare? Nessuna esaltazione, un solo grido liberatorio a fine gara, e le dichiarazioni del post partita all’insegna della semplicità che accompagna il suo lavoro, del naturale raffreddamento dell’entusiasmo : “ Contenti per il successo, ma ancora ho negli occhi la gara di sabato scorso, persa contro la Fiorentina, non potevamo essere quelli, non era tangibile il valore di una squadra che annovera campioni, ed ora oltre a recuperare gli assenti che non potranno che far aumentare la consapevolezza di essere forti, dovremo sistemare la vittoria di stasera nel diario, voltare pagina e non interrompere questo cammino di risalita” Ha esaltato Sarri nella conferenza stampa della vigilia, confessando di aver utilizzato il “copia ed incolla” di alcune sue tattiche, ma in definitiva, ha giocato la gara alla sua maniera, con il coltello tra i denti, pensando prima a non prenderle e poi a ripartire in velocità, fidando nel contropiede: ha avuto ragione, ed è sembrato a molti che il Demme sia proprio la copia bella del Gattuso calciatore, per grinta, per saper  mordere le caviglie all’avversario, per essere duro nei contrasti, insomma un suo degno imitatore. E parole di elogio, oltre che per l’intera squadra, anche per il lavoro di Giuntoli, che, a differenza degli anni passati, ha saputo portare a disposizione del mister elementi di valore, come Lobotka, slovacco come Hamsik, ma simile per molti versi a Marek, non portando palla a vuoto, ma distribuendo palloni con la saggezza tipica del metodista, razionale ed efficace, la pedina che garantisce luce e gioco al centrocampo, ultimamente tallone d’Achille del Napoli. Ed ora che il team ha iniziato a carburare, nulla gli è precluso.   

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