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di Pietro Scognamiglio
ALLA Paganese va fatta giustizia. Perché fin’ora della formazione azzurrostellata, ripescata in Prima Divisione dopo averla persa sul campo qualche mese fa, se n’è parlato più per vicende di cronaca o di folklore che per i buonissimi risultati di questo inizio stagione. Secondo posto in classifica nel girone A dietro la Spal dopo cinque giornate, nove punti raccolti tutti in casa, nel catino del “Marcello Torre”. E domenica sarà scontro al vertice, proprio a Ferrara. Ultima vittima l’Alessandria, superata domenica con il guizzo di Vicedomini. Il modo migliore per buttare sotto il tappeto la polvere del derby di lunedì scorso all’Arechi, che rimarrà agli atti per i disordini nel settore distinti tra le tifoserie. Il meccanismo della Tessera del Tifoso è ambizioso e va sostenuto, ma resta ampiamente perfettibile.
Ma la Paganese merita di essere trattata con occhio benevolo anche perché è rimasto l’unico avamposto lucano nella vecchia C1. Alla guida tecnica si è ricomposto il tandem Palumbo – Santarsiero, l’allenatore di Venosa e il preparatore atletico potentino. Insieme nel 2007 firmarono proprio a Pagani il capolavoro della promozione, vincendo i play-off di C2 nell’epica finale contro la Reggiana. Proprio Santarsiero ci tiene a puntualizzare: “i tafferugli in tribuna a Salerno hanno distratto molti nostri giocatori che avevano lì parenti e amici, la giusta concentrazione è sfumata altrimenti non so se la Salernitana nel secondo tempo avrebbe avuto vita facile”.
Ma è contro le squadre settentrionali che i due, evidentemente, hanno una buona tradizione: Verona, Bassano e il già citato Alessandria hanno lasciato la pelle al “Torre” nelle prime domeniche di campionato. Palumbo è già balzato all’attenzione delle cronache nazionali per la balorda squalifica rimediata proprio nella gara interna contro il Bassano. Dopo essere stato espulso, l’ex tecnico del Melfi si è fatto beccare dall’arbitro ad impartire ordini ai suoi chiuso nell’ambulanza parcheggiata a bordo campo. Un quadretto anche simpatico, da calcio d’altri tempi. Su cui si è abbattuta, troppo severa, la scure di un cartellino rosso lungo quattro giornate. Con Palumbo e Santarsiero, nello staff tecnico, lavora anche l’ormai storico massaggiatore Enzo Galizia. Lucano anche lui, di Rotonda. La Basilicata è rappresentata pure sul campo, con il materano doc Pasquale Martinelli rientrato ad ottimi livelli tra i professionisti dopo due stagioni in D nella sua città. Il centrale difensivo fa coppia con un’altra vecchia conoscenza, Gigi Cuomo, ex capitano di Melfi e Potenza, campano di nascita ma calcisticamente formatosi per ben sei campionati in Basilicata, tra C2 e C1. Chiude il quadro dei volti noti Roberto Magliocco, che a gennaio dell’anno scorso era dato praticamente per finito (stentava in D, a Messina e Matera) prima di accettare il ritorno in Prima Divisione alla corte di Capuano. Quasi a costo zero. Una scommessa vinta, quella del centravanti palermitano, arrivato a Pagani anche grazie ai buoni uffici del preparatore atletico che ha condiviso con lui gli ultimi mesi di navigazione nei tormentati mari potentini. Santarsiero, che continua a dividersi tra il calcio e la scuola dove insegna educazione fisica, racconta orgoglioso: “A Pagani ormai ci sentiamo di casa, pur essendo evidente il dispiacere per quanto accaduto nella mia città. Ci tenevo a rimanere nel calcio professionistico dopo le sventure accadute al Potenza, di cui resto ovviamente tifoso a prescindere dalla categoria”. Se c’è ancora qualcuno che tiene a galla il nome di questa città nel calcio che conta, perché non dargliene atto?
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