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di GIOVANNI ROSA Sono ancora lì. Al freddo, senza acqua e privi di servizi igienici. Occupano ancora i casolari abbandonati delle campagne, nell’indifferenza di tutti. O quasi. Dei lavoratori stagionali dell’Alto Bradano, nessuno ne parla più. Forse perché è una verità scomoda. Loro si sono organizzati alla meglio. Qualcuno ha addirittura “ristrutturato” il “proprio” casolare. Niente di trascendentale ovviamente. Hanno coperto il tetto con della paglia e del materiale di risulta per ripararsi dalla pioggia che nei giorni scorsi è scesa copiosa nel territorio di Palazzo San Gervasio. La pioggia, come abbiamo più volte detto, in una situazione del genere, complica tutto soprattutto fa alzare il rischio di malattie. Palazzo non è e, probabilmente, non sarà una Rosarno. Ma è un qualcosa che esula da un contesto civile e civilizzato. Sono circa in quattrocento. Quando piove alcuni di loro vengono chiamati per fare il lavoro delle macchine. Gli altri restano nei rifugi di fortuna. I più fortunati nei casolari all’uopo ristrutturati, altri nelle grotte e altri ancora – ma per fortuna sono in pochi – addirittura sotto gli alberi. La politica è ferma. Da una quindicina di giorni non si muove niente. La Regione ha delegato la Comunità montana di monitorare la situazione attraverso la cooperativa Stand Up, Cestrim Onlus e Iskra. Sembra che abbia speso per questo servizio circa 40.000 euro. La situazione del resto è sotto gli occhi di tutti. E non solo da quest’anno. Martorano, nelle sue dichiarazioni dei giorni scorsi dice di «aver fatto il possibile» aggiungendo che «per il 2011 non potremo permetterci ulteriori ritardi». Il Comune, con a capo il sindaco sono in attesa di qualche cenno da via Anzio. Un rimpallo di responsabilità. La sensazione è che si voglia far passare il tempo tanto la stagione del pomodoro – dicono alcuni – è agli sgoccioli. Invece no. La storia dice che gli extracomunitari stanziano di solito in quelle zone fino alla metà di novembre. Quindi, conti alla mano, manca un mese e mezzo circa. Gli unici baluardi a “resistere” a questa situazione di stallo sono le associazioni di volontariato. La Caritas distribuisce tre volte alla settimana circa 230 pasti. Ieri hanno distribuito anche coperte e brandine. Lo hanno fatto accompagnati anche da alcuni volontari della Croce rossa. Sono stati in diversi campi, tra cui quello di Boreano. Lì ci abita Sango, ha 40 anni e viene dal Burkina Faso. «In questo periodo riusciamo a lavorare – ci ha detto – Ogni cassone che riempiamo guadagnamo circa 4 euro. In una giornata possiamo arrivare anche a 20». Sango occupa uno dei casolari abbandonati della zona. Nella sua stanza, dormono circa 40 persone.
Gli extracomunitari accolgono con il sorriso i volontari. Non si lamentano. Non chiedono niente. Ringraziano per quel poco che anno. Sono i “dimenticati della porta accanto”. Tanto se ne tornerà a parlare l’anno prossimo…come ogni anno.

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