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di GIOVANNI MARTEMUCCI
È STATA oggetto di atti vandalici la storica cantina che ospitava il Museo della Tortura in via San Biagio a Matera. Enormi macchie di vernice sui muri, ingiuriosi disegni a spray e masserizie abbandonate all’interno dei locali deturpano la struttura ipogea a ridosso dei Sassi. A denunciare il fenomeno è la stessa proprietà attraverso un manifesto affisso sul portone di ingresso che sostituisce il precedente cartello in cui l’affittuario (cioè il direttore del museo) annunciava provocatoriamente il trasferimento nella vicina Altamura. «Diversamente da ieri -si legge nel manifesto- queste sorprendenti ed originali architetture scavate, ricche di storia, di fascino, di straordinaria bellezza hanno subito una violenta metamorfosi e un profondo devastamento. Dall’esterno tutto appare immutato, all’interno, invece, si scorge uno spettacolo che asseconda una scenografia macabra e, per certi versi, di cattivo gusto». Per la proprietà rimane l’amarezza e lo sgomento di avere scoperto, recentemente, uno scenario definito “raccapricciante”. Pavimenti come depositi di rifiuti di ogni genere, pareti cosparse da un’arte pittorica che esprime senza ombra di dubbio «un’instabilità emotiva e psicologica dell’improvvisato artista». Cisterne colme di rifiuti organici e materiali di risulta, spargimento di acque e vernici senza alcun controllo e tanto altro ancora. L’atto vandalico si sarebbe consumato, allorquando, la collezione di cimeli ha abbandonato la città di Matera per migrare verso altre realtà urbane. «Benché attonita -si legge ancora – la proprietà degli immobili, assicura la volontà e l’impegno per ridefinirne sia gli spazi che il recupero della memoria, anche e soprattutto al fine di salvaguardarli da future contaminazioni e alterazioni. La nobile storia di questi ipogei che segnano il confine tra la città del Piano ed i rioni “Sassi” di Matera, corre il rischio, peraltro immeritato, di essere inquinata per il vile gesto compiuto all’interno dei suoi ambienti». «Auspichiamo -si legge nell’ultima parte del manifesto- in concomitanza di questo grave e triste episodio che, la città di Matera non subisca ulteriori traumi e che, in questo prossimo futuro possano cimentarsi nuove e sempre più stimolanti occasioni di dibattito culturale per la valorizzazione della città e dei suoi antichi rioni Sassi».

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