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di Renato Carpentieri
VELENO in coda a Lamezia. Ultimo assalto del Lamezia fatale. Subito un dubbio: meglio un Matera che gioca bene, sfiora più volte il gol e sbaglia un calcio di rigore e viene beffato nel recupero, oppure una partitaccia giocata malissimo e magari vinta con fortuna. La verità, come al solito potrebbe stare al centro. Però il paregggio avrebbe fatto solo morale, perchè un punto in più o in meno in questo momento sarebbe ininfluente ai fini della classifica. Ma, trattandosi di una squadra giovane, non perdere sarebbe stato un’iniezione di fiducia notevole. Una sconfitta è sempre difficile da digerire e in particolare quando arriva in una maniera beffarda come è successo a Lamezia. Chiaramente c’è da analizzare bene le ragioni per le quali nei minuti finali qualcosa non ha girato nel verso giusto e forse non c’è stata l’attenzione che meritava un momento così delicato del match. Il mestiere è mestiere. Il Matera è giovane ma bisognerà crescere in fretta, perchè di situazioni del genere se ne potrebbero incontrare diverse. Questo è il lavoro che spetta a Cadregari. E’ chiaro che qualcosa vada rivisto in difesa, ma è chiaro che si tratta di un compito che spetta al tecnico in base allo stato di salute e psicologico dei calciatori in organico. Tra le considerazioni che balzano palesi c’è la rete segnata da Del Luca, riserva di Del Sorbo l’anno scorso a Pianura, mentre l’ex compagno di squadra ha sul groppone un rigore che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara. Il gioco del calcio è anche questo, ma ogni gara ha una storia a se. Quindi, nessun dramma o processo, ma è chiaro che il rammarico non può essere digerito in fretta. Una gara in cui il pareggio sarebbe stato stretto al Matera e invece è arrivata la sconfitta. L’unica ricetta è lavorare e riscattarsi col Fondi.
SPOGLIATOIO MATERA- LAMEZIA- Si torna a casa con diversi elogi ma senza i tre punti, cosa che a mister Cadregari non ha fatto piacere per diversi motivi: «la partita l’abbiamo persa noi, dopo il rigore sbagliato abbiamo smesso di giocare limitandoci di tentare di salvare il salvabile. Questo è stato l’errore nostro, e sull’ultima palla abbiamo commesso una serie di ingenuità straordinarie ed abbiamo preso gol da una squadra che non ha rubato niente provandoci fino alle fine».
Il trainer dei lucani Adriano Cadregari ammette che «se andiamo a vedere l’analisi di tutta la partita il risultato poteva essere diverso, ma ripeto che la partita l’abbiamo persa noi» e sul rigore fallito non si butta giù: «dagli undici metri si sbaglia come si può segnare, la nostra squadra è molto giovane e avrà pagato anche quello. Non so dire cosa sia potuto accadere, so che ci siamo persi e abbiamo fatto vincere gli avversari dopo aver fatto bene nel resto della partita».
Dalla Calabria arrivano elogi per l’allenatore del Matera, il quale però ci scherza su: «ho questo destino di prendere sempre complimenti e poi lasciare i punti. Devo dire comunque che i miei, a parte l’ultima parte della gara, non hanno nulla altro cui recriminare e anzi va dato atto al Lamezia di aver condotto una buona gara e averci creduto fino all’ultimo trovando un gran cross e un gran colpo di testa quando la partita sembrava ormai chiusa sul pareggio. L’obiettivo rimane la salvezza, che se commettiamo queste ingenuità appare difficile, ma siamo appena partiti e abbiamo giocato bene sia in casa che fuori casa. Il Lamezia ha saputo soffrire e ha portato a casa il risultato, noi dobbiamo imparare».
Il diesse del Matera, Gino Dimitri ha un diavolo per capello. «Ci andava stretto anche il pari, figuriamoci che rabbia ci fa questa sconfitta. Non è facile da mandare giù, perchè potevamo mettere la partita dalla nostra parte già nel primo tempo. C’è stato un palo esterno e tre palle gol pulite solo nella prima parte. Il rigore? Devo ammettere di non averlo visto. E’ una mia abitudine. Ripeto-conclude Dimitri- abbiamo lasciato per strada te punti e torniamo a casa a mani vuote dopo aver creato tanto. Questo ci consola, perchè in entrambe le partite di campionato, ma anche in precedenza, nessuno ci ha realmente messi sotto. Quindi non possiamo che metabolizzare in fretta. e non sarà facile, questa frenata e guardare alla prossima. Per fortuna siamo solo ad inizio campionato e sono certo che non può girarti sempre male».
p.r.
QUI MELFI
TRAPANI – Accetta con filosofia la sconfitta maturata quando le lancette dell’orologio si apprestavano a compiere l’ultimo dei giri previsti dopo il recupero indicato dal direttore di gara.
Con estrema lucidità Pantaleo De Gennaro analizza la battuta d’arresto e la prestazione offerta dai propri atleti. «Sarebbe facile sottolinea l’allenatore dei lucani – aggrapparsi all’episodio che ci ha condannato al ko, ma non sarebbe onesto. Fermo restando che vanno riconosciuti i meriti del caso al Trapani non c’è alcun dubbio che la mia squadra avrebbe dovuto sfruttare meglio la superiorità numerica. Non abbiamo giocato per come ci eravamo preparati e siamo stati capaci di perdere un match che stava scivolando via senza sussulti».
Un Melfi che nel primo tempo si era espresso meglio poi cosa è accaduto? «E’ proprio quello – continua De Gennaro – che non mi spiego. Nei primi 45′ avevamo tenuto bene il campo, non avevamo corso particolari rischi ed anzi in due occasioni avevamo sfiorato il vantaggio. Bravo il portiere del Trapani sul gran tiro di Castelli, un intervento decisivo. Quando, poi, dovevamo sfruttare l’uomo in più ci è mancata la forza. Peccato ma siamo solo all’inizio del campionato e, probabilmente, dobbiamo ancora acquistare la forma migliore».
L’infortunio di Vignati e la necessità di cambiare la sostituzione quanto ha pesato?
«Avevo pensato – ammette l’allenatore dei gialloverdi – di aumentare la spinta offensiva inserendo Mitra, ma poi lo scontro aereo che ha messo fuori combattimento il mio difensore mi ha costretto a rivedere le scelte. Ma questo -prosegue il tecnico del Melfi – non sposta di una virgola il contenuto del rimbrotto per la mia squadra. Dovevamo sfruttare meglio la superiorità numerica ed, invece, alla fine il Trapani ha avuto stagione pescando il jolly».
Con una vistosa fasciatura, eredità dello scontro aereo con Mastrolilli, lascia lo stadio siciliano Fabio Vignati. «Per fortuna – spiega – non si tratta di nulla di grave ma sinceramente per un attimo ho temuto. Dispiace lasciare Trapani con una sconfitta subita al 49′ del secondo tempo. Credo che il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, anche alla luce di quanto prodotto dalle due squadre».
Cosa è mancato al Melfi, soprattutto nella ripresa?
«Forse – conclude Vignati – la convinzione perché nel primo tempo avevamo rispettato le consegne mentre con l’uomo in più non siamo riusciti a trovare spazi. Merito, onesto riconoscerlo, di un Trapani trascinato da uno splendido pubblico».
Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda Fabio Mangiacasale. «Ha ragione – dice – il mio compagno. Forse temevamo l’avversario ed alla fine pensavamo che il pari potesse andare bene. Inutile cercare attenuanti abbiamo dato vita ad un incontro dai due volti, buono il primo tempo, insufficiente il secondo. Resta il rammarico per un gol subito all’ultimo assalto ma resta anche la convinzione che potremo raggiungere i nostri obiettivi senza eccessive difficoltà». Quanto ha pesato il caldo? «Sicuramente parecchio ma credo che qualcosa non abbia funzionato a livello psicologico. Forse ci siamo accontentati e quando il pareggio sembrava sicuro, ed alla vigilia lo avremmo sottoscritto, è maturata la beffa».
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