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SECONDO Francesco Molinari, senatore del Movimento 5 Stelle, l’idea di portare i Bronzi di Riace all’Expo di Milano del 2015 evoca addirittura «un triste parallelismo con il ladrocinio artistico di memoria nazionalsocialista».
Un intervento che scuote il popolo grillino, ma che arriva all’indomani dell’apertura di un altro senatore del M5S, il docente del liceo classico Telesio di Cosenza Nicola Morra, il quale intervistato domenica dall’Adnkronos aveva affermato: «I beni culturali calabresi, per esser messi in valore, potrebbero essere anche itineranti» (LEGGI).
Morra, in realtà, aveva precisato che per i grillini «l’Expo è qualcosa di assolutamente negativo» ma aveva aggiunto che «è anche vero che la Calabria ha davvero tanto da offrire, ma è come se avesse zero: non riesce a mettere in valore le bellezze che la abitano».
In una nota, invece, Molinari affonda il colpo nell’ambito della polemica che vede il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il governatore lombardo Roberto Maroni reclamare la concessione delle statue a fronte di un consistente corrispettivo economico.
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L’unico aspetto in comune con Morra è il giudizio sull’Expo, dipinto come «mostro senza testa che fagocita fondi pubblici che sarebbero stati potuti essere spesi in strutture tematicamente localizzate su tutto il territorio nazionale». Ma sull’argomento della trasferta dei Bronzi, Molinari, a differenza del collega, sostiene che «dietro il pretesto misero, se non squallido vista la visione culturalmente subordinata, di promozione commerciale dell’arte viene malamente celata la marginalizzazione della Calabria: un’annessione strisciante del territorio calabrese, schiavo agli interessi di Roma in modo non diverso dalla schiavitù italiana dalla visione germanocentrica dell’Europa che condanna il Sud ad essere due volte schiavo».
E aggiunge: «Lasciamo, allora, ai consueti sottrattori di pubbliche risorse la comoda ideologia dell'”Italia da bere”: noi siamo – oltre che demagoghi, populisti e qualunquisti – anche campanilisti. Non vogliamo che l’arte venga considerata una semplice merce, insieme alla riduzione a stereotipi culturali della storia dei popoli dell’Italia: le storie di queste genti possono essere veicolate rispettosamente dalla fruizione delle loro opere ma nel contesto dell’ambiente in cui hanno visto la luce».
Proprio domenica, anche il ministro Dario Franceschini aveva auspicato che piuttosto che spostare le opere (oltre ai Bronzi Sgarbi ha chiesto, tra l’altro, anche la Venere del Botticelli), a viaggiare dovrebbero essere i turisti. Nei senatori della Calabria del M5S, alla fine, su questo aspetto invece non c’è sintonia. Ma alla fine, spiega oggi Morra, «una decisione in tal senso, comunque, andrebbe presa con i cittadini e sottoposta alla rete. La mia posizione vale uno, esattamente come quella di ciascun attivista 5 Stelle. Spiace se le mie parole sono state fraintese e reso oggetto di polemiche spesso strumentali».
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