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di PIERO QUARTOMATERA – «IN UNA situazione emergenziale della città è fondamentale costruire un governo di salute pubblica. Oggi invece manca una strategia per affrontare l’emergenza, il breve e il lungo periodo. Finora non abbiamo visto nulla».
Angelo Tosto delinea così il presente e il futuro della città di Matera alla vigilia di un nuovo autunno caldo per problemi da risolvere e situazioni vecchie e nuove che si accalcano.
Affronta a tutto campo i temi dell’attualità politica materana, regionale e anche nazionale senza sottrarsi a qualche illuminante battuta sul calcio e sull’avvio di una stagione che riporta, dopo anni, il Matera tra i professionisti del pallone. Una chiacchierata in cui non mancano spunti di interesse e polemici a cui Tosto in nessun modo pare sottrarsi.
Iniziamo con il parlare della città che riprende da settembre il suo cammino. A che punto siamo?
«Siamo passati da quattro mesi di nulla che si aggiungono a sette mesi di commissariamento. Al di là dello sforzo di comunicazione del sindaco Adduce che racconta in positivo il nulla, abbiamo avuto mesi di cui non c’era bisogno.
I materani sono stufi di tutto questo e di chi si illude di poter agire in modo capzioso sopra volontà dei cittadini».
Ma per il futuro cosa ci aspetta?
«Io continuo ad essere ottimista e mi illudo che ce la faremo. Tutti però hanno interessi “personali” da far valere e Matera rimane sola ed aggrappata a tre leve che ne sono l’ancora di salvataggio: l’identità, l’appartenenza e l’orgoglio. Non c’è una cognizione esatta di queste tre leve, la gente può dare però quello scatto che serve.
I materani hanno una marcia in più e possono recuperare davanti ai ritardi e alle difficoltà. Il tessuto sociale è in crisi e soffre, ma può sopravvivere grazie a questi valori».
Cosa servirebbe oggi alla città e alla sua Amministrazione per rilanciarsi?
«La questione vera è il metodo che viene usato, manca una strategia complessiva ma non c’è un impianto che prevede di affrontare l’emergenza, il breve periodo e poi il lungo periodo. In questo modo non si esce più dalle sabbie mobili in cui ci si trova.
Il sindaco poi fa parte di un partito che pensa e si muove solo per il consolidamento del potere per il potere, non si ragiona sulla base di un interesse collettivo. Questa dovrebbe essere la forza che muove tutti e invece Matera viene schiacciata da questa logica dei numeri».
Qualche tempo fa era stata lanciata l’idea, nel pieno dell’impasse per la presidenza del Consiglio comunale, di un governo di salute pubblica. Idea di apertura alle civiche che anche Santochirico in una recente intervista aveva lasciato aperta nel caso la nuova giunta non avesse dato le garanzie sperate. Cosa ne pensa?
«Io credo che di fronte ad un’emergenza della città sia fondamentale costruire un governo di salute pubblica.
Ma dico anche che altri hanno interessi di natura politica mentre io no. Per cui solo se non si utilizza l’emergenza per consolidare il potere ma c’è un interesse generale sono pronto a parlare. Anche perchè in questi mesi bisognava lavorare per creare le condizioni per nuovo lavoro e invece ci sono solo domande senza risposte.
Ad esempio che ne sarà della zona franca? C’è un’emergenza da affrontare e bisogna decidere con chi fare blocco e difendere gli interessi di Matera».
Parliamo ora di PeR, è un’iniziativa che lascia parlare. Alcuni la vedono come un avvicinamento di Angelo Tosto al centrosinistra, del resto Potenza e Falotico sono uomini storici del centrosinistra, sia pur con percorsi personali diversi. Si va in quella direzione cioè Tosto stabilmente nel centrosinistra?
«Se questo è lo schema di ragionamento politico a cui si arriva ed allora devo dire che vi sbagliate di grosso.
Di fronte ad una situazione generale di egoismi noi abbiamo aperto con PeR un laborazioni di discussione e di confronto per aprire un dibattito nella regione. Ad esempio sul modo in cui valorizzare e utilizzare le risorse di cui la nostra regione dispone.
Se vuoi creare elementi di discussione ed allora ti serve un laboratorio che discuta dei temi che non hanno etichetta politica, perchè qui non si discute più.
Noi abbiamo la possibilità di mettere insieme pezzi di buona società che vogliono discutere, in tanti partecipano e io sono convinto che chi è al centro oggi sarà domani l’ago della bilancia delle future scelte politiche».
Passiamo al calcio, domani il Matera torna a giocare nel calcio professionistico. Quest’anno i tifosi avranno di che divertirsi?
«Vi divertirete».
Lei no?
«Anche io da primo tifoso avrò di che divertirmi e non potrebbe essere che così.
Il mio impegno nel calcio è scaduto il 30 giugno e sono convinto di aver portato in porto il risultato cioè la C2, oggi Seconda Divisione. Ero pronto a cedere a più soggetti, forze vive, questo patrimonio che è di tutti. Alla scadenza dei tempi per l’iscrizione nonostante l’intervento di fantomatici politici e responsabili istituzionali il risultato è stato zero. Ora ho fatto, con l’iscrizione al campionato, l’ultimo grande atto di amore per iscrivere la società alla LegaPro facendomi carico di oneri e impegni. Ma riconfermo che rimarrà l’ultimo atto d’amore per il Fc Matera».
E che succederà in società?
«Sono convinto che in questi mesi si metterà in piedi una nuova compagine societaria con persone capaci e positive, in grado di dividersi oneri così grandi. Io sarò uno di loro».
Intanto però il programma per un futuro tecnico va avanti anche perchè lo scoglio più insidioso è stato superato?
«Ci sono uomini validi come il diesse Dimitri e l’allenatore Cadregari, i migliori disponibili sul mercato per portare avanti un progetto ambizioso che nei prossimi tre anni può ambire a risultati incredibili».
I tifosi sperano e sognano, magari il ritorno in B?
«Perchè fermarsi alla serie B».
Ora aspettate un nuovo sponsor?
«Stiamo lavorando per questo ma vogliamo uno sponsor che sposi con noi un progetto triennale».
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