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E’ DURATA poco l’avventura di Tonino Falanga sulla panchina del Potenza Sport Club. Una quindicina di giorni, di cui appena otto di allenamenti veri e propri. Si è dimesso in maniera irrevocabile dalla carica di responsabile tecnico del Potenza Sc “per contrasti con il presidente Postiglione”, stando a quanto dichiarato ieri, in tarda serata. Falanga ha chiesto inutilmente l’arrivo di calciatori di esperienza e dinanzi al tentennamento della proprietà, ha preferito farsi da parte. “Mi dispiace veramente, ma è impossibile andare avanti così. Si perde solo tempo e l’idea fondamentale è quella di allestire una squadra esclusivamente giovane, con i nati nel 1992 e 1993. In questo modo si rischiano soltanto brutte figure, quindi mi faccio da parte senza possibilità di tornare indietro”. Lapidaria la dichiarazione con la quale si chiude il rapporto, probabilmente, prima di aprirlo. Oltretutto è innegabile che la situazione nella quale si è trovato a lavorare Falanga non è stata delle più semplici. A cominciare dall’impossibilità di allenarsi a Potenza, passando per l’allestimento di uno staff tecnico del tutto improvvisato, oltre alla lentezza con la quale si stava procedendo a rendere competitiva la squadra, per non sottacere del malumore generale nella tifoseria. In molti, infatti, ricordando anche i rapporti tesi del passato, non avevano compreso i motivi che avevano spinto l’allenatore di Bosco Tre Case ad accettare una patata bollente del genere. Giuseppe Bardi, contattato poco prima di scegliere Falanga, e indirizzato a svolgere il ruolo di consulente tecnico, andrà in panchina fin dall’allenamento di oggi.

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