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NON sono piaciute a Vittorio Sgarbi le critiche alla sua proposta di esporre a Milano durante i sei mesi dell’Expo i Bronzi di Riace e le ha liquidate come «reazioni scomposte e selvagge» che hanno «torto formale e sostanziale», spiegando che la sua è «un’operazione non contro ma per la Calabria» che potrebbe incassare cinque milioni di euro.

Durante la conferenza stampa con il presidente della Regione Roberto Maroni per annunciare una lettera al ministro Dario Franceschini che ufficializza la richiesta di prestito, l’ex sottosegretario ha spiegato che i Bronzi sono «un simbolo universale, e l’esposizione universale l’ha vinta Milano, non Reggio Calabria». 

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Poi ha aggiunto che le due opere «non vengono a Milano contro la Calabria, ma per portare la Calabria a Milano: il padiglione del Portogallo lo fanno a Milano, mica a Lisbona». E «il contesto delle opere d’arte è la mente. Tanto è vero che tanti capolavori italiani sono al Louvre, e per fortuna che se non fossero al Louvre uno non andrebbe a guardarli a Camerino o Sassoferrato».

E quindi per i Bronzi «quale percorso virtuoso migliore di farli vedere a cinque milioni di persone che non andrebbero mai a Reggio Calabria ma che il prossimo anno potrebbero tornare in Italia per vedere la Magna Grecia pensando che la Calabria non è soltanto ‘ndrangheta ma anche due capolavori. E’ talmente semplice». E se adesso «ogni giorno incassano 840 euro d’estate e 320 d’inverno qui possono incassare 15 milioni di euro, prendiamo un milione di visitatori a 15 euro, di cui la Calabria può avere cinque milioni di euro». Sgarbi è andato giù pesante, definendo «senza cervello» chi si oppone al progetto.

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Le preoccupazioni per la loro fragilità a suo dire sono «menzogne» tant’è che sono rimasti 2.500 anni sott’acqua, senza contare che hanno dovuto sopportare tre restauri in quarant’anni. «Se questi qui continuano – ha aggiunto – denuncio la sovrintendente per danno alle opere d’arte attraverso un restauro non necessario». Sgarbi non ha risparmiato strali alla sovrintendente dei beni archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi, che pensa le statue siano troppo fragili per essere trasportate. «Che tutela può dare una che non è capace di controllare i bronzi neanche a casa sua?» ha detto il critico riferendosi alle foto in slip leopardati e boa di struzzo. «E’ come un genitore geloso di una figlia vergine – ha concluso – che non la mandi la sera fuori e poi gliela scopano a casa».

«Se fosso ministro, sarei pronto a dare i Bronzi al Louvre per vent’anni – ha osservato Sgarbi -. Due libertini come loro, prigionieri a Reggio con tutta la gnocca che c’è nel
mondo». Vittorio Sgarbi ha anche liquidato la proposta di Philippe Daverio di esporre a Milano solo uno dei Bronzi di Riace. «Così – ha detto – non fai il vantaggio della
Calabria ma la sfiga del visitatore». Secondo il critico, infatti, è difficilissimo che qualcuno che arriva da Sidney venendo all’Expo decida poi di andare a Reggio Calabria, andrà a Torino, Verona, Venezia o al massimo a Roma e Firenze. 

 

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