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Con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e detenzione di arma illegale gli agenti del commissariato di polizia di Melfi hanno tratto in arresto Gerardo ed Antonio Patanella, rispettivamente di 49 e 22 anni.
Padre e figlio nascondevano in casa dodici grammi di cocaina separati in tredici involucri, conservati in un pacchetto di sigarette, altre tre dosi raccolte in un sacchetto di cotone ed una pistola del tipo scacciacani ma con canna alterata e pronta per essere caricata con proiettili del calibro 7,65.
Inoltre, all’interno di uno scantinato di proprietà della moglie di Gerardo Patanella e sito in via Leopardi, i poliziotti hanno sequestrato anche una rivoltella calibro 32 con matricola non abrasa e sulla quale sono in corso delle indagini per accertane la provenienza.
Lo scorso sei agosto, nell’ambito di una precedente operazione volta ad arginare il preoccupante e dilagante fenomeno dello spaccio di droga in città, i poliziotti coordinati dalla dirigente Loreta Colasuonno avevano già tratto in arresto Antonio Patanella. Il giovane, ampiamente noto alle forze dell’ordine, era stato successivamente sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Gli agenti di pubblica sicurezza hanno perquisito proprio l’abitazione di famiglia, al numero civico 4 di via Riccione.
Alle sette e trenta del mattino di giovedì 19 agosto scorso i poliziotti hanno sorpreso il padre Gerardo Patanella pronto ad uscire presumibilmente per spacciare la droga.
Nelle tasche dell’uomo, infatti, vi erano tre involucri di cocaina che gli inquirenti sospettano possano appartenere alla stessa partita di stupefacenti già sequestrata lo scorso sei agosto nel corso dell’operazione in cui furono arrestati oltre al figlio Antonio anche il genero, Antonio Gaudiosi e Michele Gliaschera.
In quella occasione la dirigente del commissariato di polizia si era già detto convinta che poteva esserci una organizzazione più capillare alle spalle dei tre giovani arrestati nei vicoli adiacenti via Carmine. La tenacia della donna poliziotto di origini pugliesi, giunta a Melfi da quattro mesi, è stata premiata anche grazie alla incredibile superficialità di una famiglia che, seppure sapendosi osservata, non ha esitato a proseguire nell’attività di spaccio. Del resto nascondere altra droga nella casa dove si trovava agli arresti domiciliari il giovane, Antonio Patanella spiega la sfrontatezza di uomini che agiscono senza paura.
La stessa centralissima piazza Umberto I, luogo dove secondo il dirigente del commissariato di Ps si svolgerebbe parte del traffico di droga, è eloquente per il senso di sfida che si lancia alle forze dell’ordine. «Trovo inquietante tutta questa situazione – conferma il commissario, Colasunno – soprattutto perché all’ingente quantitativo di droga sequestrata si aggiunge la presenza di armi. In città, per giunta, il consumo di cocaina è preoccupante».
Tutti questi arresti adesso rappresentano davvero un rischio grave per l’intera città di Melfi.
Vittorio Laviano

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