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Nel tratto di costa tra il fiume Bradano e Metaponto (Matera) «è ipotizzabile che nei prossimi anni si registrerà la più preoccupante crisi regressiva della spiaggia», con un processo di erosione senza «naturali inversioni di tendenza» ma che potrà essere contrastato solo “con la realizzazione di barriere emerse». È questa una delle principali conclusioni contenute nella “Relazione generale sugli interventi di mitigazione del fenomeno di erosione dell’arco costiero del Metapontino», realizzata dal Difa (dipartimento di Ingegneria e fisica dell’ambiente) dell’Università degli Studi della Basilicata in base a un accordo di collaborazione tra l’Ateneo e la Regione. La relazione, è scritto in una nota dell’ufficio stampa della giunta regionale, è stata completata con due mesi di anticipo rispetto ai tempi previsti «per la rilevanza assunta negli ultimi tempi dal tema sullo scenario politico regionale, e per le risorse messe in campo dall’Università e dal dipartimento regionale per le infrastrutture». Lo studio si suddivide in due parti: un’analisi meteo-marina, con la valutazione delle possibili soluzioni tecniche e il supporto in fase di redazione del disciplinare di gara per l’affidamento dei lavori. I ricercatori hanno ipotizzato che nei prossimi anni, nel tratto in questione, l’erosione della costa sarà «preoccupante» e di non facile soluzione: non sarà possibile «sperare in una naturale inversione di tendenza» o realizzare «opere radenti» per contrastare il fenomeno, essendo necessarie quindi «differenti tipologie di barriere emerse». Lo studio, che fornisce un quadro completo delle problematiche che riguardano il litorale jonico della Basilicata, sarà presentato nei prossimi giorni «per costruire rapidamente un percorso condiviso che consenta di formulare un progetto preliminare degli interventi e avviare le procedure per l’esecuzione dei lavori»
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