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NAPOLI – “Dobbiamo credere alla pace per ottenerla; per tale motivo, dopo la celebrazione di questa Eucaristia, ci metteremo in marcia e attraverseremo alcune strade della nostra città per dire a tutti che la pace anche oggi è possibile se tutti, uomini e donne di buona volontà, ci impegniamo a combattere ogni violenza nei pensieri, nelle parole e nelle opere, sia verso il prossimo sia verso il creato. Maria, Regina della Pace e Madre di tutti i popoli della terra, ci sostenga in questo nostro cammino e ci protegga”. Così l’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, ha annunciato nell’omelia della messa per Maria Santissima Madre di Dio e nella 53ma Giornata Mondiale della Pace, il senso della “marcia” svoltasi dal Duomo fino a Piazza del Gesù.
Martedì, nel Te Deum, il cardinale aveva sottolineato che “la speranza non è attesa, la speranza non è rinvio a domani ma è fare e tutti siamo chiamati a fare, a mettere in atto progetti finalizzati al bene di tutti, specialmente dei più deboli, da subito, ciascuno per la propria parte”. In particolare, “dobbiamo tutti impegnarci, con determinazione e concretezza, perché il 2020 sia l’anno dei giovani, di appagamento dei loro sogni e delle loro aspirazioni, del pieno riconoscimento dei loro diritti”.
Alla marcia della pace di oggi hanno partecipato circa 500 persone, manifestazione organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio per sostenere il messaggio di Papa Francesco “la pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica”. L’evento è stato promosso in collaborazione con Associazione Medici Cattolici, Azione Cattolica, Cammino Neocatecumenale, CSI, Comunità di vita cristiana, Cursillos de Cristianidad, FUCI Napoli, Movimento dei Focolari, Rinnovamento nello Spirito e ha preso il via dal sagrato della Cattedrale dopo la celebrazione eucaristica presieduta da Sepe che ha poi preso parte alla marcia. Dopo le testimonianze di Mattia Muscherà, che ha parlato dell’impegno dei Giovani per la Pace di Napoli e della piccola Nyamal, sudsudanese giunta a a Portici con i corridoi umanitari della Comunità di Sant’Egidio e che ha affermato di voler fare il medico da grande, il corteo con i nomi di 24 Paesi in guerra ha raggiunto la chiesa di San Nicola al Nilo, dove c’è stata la proiezione dell’Angelus di papa Francesco.

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