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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

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Dopo due mesi di maratona parlamentare ma con poco spazio al dibattito, scontri tra maggioranza e opposizione, frizioni all’interno dell’esecutivo, la Legge di bilancio incassa il via libero definitivo dalla Camera. Una manovra da oltre 31 miliardi di euro a causa della cifra monstre delle clausole di salvaguardia.

Per scongiurare l’aumento dell’Iva servivano 23 miliardi, circa l’80% dell’intera legge. Come da tradizione, l’iter parlamentare ha modificato solo in misura marginale il saldo della manovra ma anche la composizione. Il saldo finale ammonta a 31,55 miliardi, appena 200 milioni in più rispetto al testo presentato dal governo.

Il finanziamento della manovra è garantito da 14,4 miliardi di coperture e 17 miliardi tramite il ricorso al deficit rispetto ai 16,2 miliardi del testo iniziale. Quindi 800 milioni in più di deficit per assicurare la tenuta della legge di bilancio. Per le coperture 5 miliardi arrivano da maggiori entrate e 8,66 miliardi da minori uscite.

CAPITOLI DI SPESA

La manovra, come d’altronde era prevedibile, per evitare l’aumento dell’Iva, lascia poco spazio a misure espansive.

In particolare, le maggiori uscite a favore del Mezzogiorno ammontano ad appena 735 milioni di euro e si articolano su sei capitoli di spesa: il principale riguarda il credito d’imposta per investimenti produttivi con una dotazione di 674 milioni.

Poi 50 milioni per le agevolazioni alle Zone logistiche semplificate. Le misure per le Zes, la zona franca doganale di Taranto, il porto di Barletta e di Gioia Tauro la manovra dispone di 5,1 milioni di maggiori spese. Ci sono anche 1,5 milioni per la realizzazione di tralicci di proprietà pubblica e un milione di euro per il fondo per la prevenzione del randagismo.

Le misure per la crescita, in totale, possono contare su maggiori risorse per un ammontare pari a 455 milioni di euro di cui la parte prevalente è stata destinata al fondo ricerca e innovazione.

Tra gli interventi di politica espansiva, il principale è sicuramente il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti che vale 3 miliardi di euro.
Per gli investimenti, in totale le maggiori spese ammontano a 1,92 miliardi, di cui 568 milioni finanziati attraverso il ricorso all’indebitamento.

Al capitolo Green New Deal e sostegno alle imprese sono destinati 542 milioni di euro. Inoltre, maggiori spese per 343 milioni alla voce interventi rete ferroviaria nazionale.

Sempre restando nell’ambito dell’aumento della spesa, ci sono 612 milioni in più per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, mentre nel testo entrato in Parlamento la dotazione ammontava a 450 milioni.

Oltre 630 milioni sono stati destinati al capitolo famiglia, 114 milioni al settore della disabilità. In totale gli aumenti di spesa ammontano a 4,59 miliardi rispetto ai 3,96 miliardi del testo che era stato inizialmente presentato dal governo.

LE MAGGIORI ENTRATE

La parte della manovra che è stata modificata in modo più consistente è il capitolo delle maggiori entrate.

Nella prima versione erano 6,41 miliardi poi scesi a 5 miliardi nel testo definitivo approvato dal Parlamento.

Il motivo è la sostanziale riscrittura di Plastic e Sugar Tax, le due nuove imposte che hanno provocato il punto di massimo attrito tra le forze che sostengono la maggioranza. I renziani volevano l’abrogazione secca, e il compromesso raggiunto abbassa notevolmente le entrate. Netta contrarietà alle tasse sull’ambiente anche dal mondo delle imprese e dei sindacati. Per il 2020 il gettito stimato è di 318 milioni di euro rispetto alla cifra di 1,43 miliardi previsto inizialmente. La riduzione si spiega con il dimezzamento della plastic tax (da 1 euro a 50 centesimi al Kg) e con l’entrata in vigore, che slitta a luglio, delle due nuove imposte.

Rilevante anche la riduzione delle maggiori entrate previste da tax expenditure e sussidi ambientalmente dannosi (come il bonus per il gasolio agevolato per gli autotrasportatori). Nel testo finale della manovra il gettito è appena di 107 milioni contro i 440 milioni indicati nel Ddl varato dal governo. Anche in questo caso la cancellazione delle agevolazioni a favore dell’autotrasporto è rinviata alla prossima estate.

In calo anche le stime sulle maggiori entrate dal fisco. Gli oltre 3,3 miliardi del testo iniziale della manovra sono scesi a 3,19 miliardi. Complessivamente tra maggiori imposte, nuove tasse e revisione di incentivi e bonus fiscali, nel 2020 nelle casse dello Stato entreranno 4,5 miliardi in più. Per far quadrare i conti sono stati aumentati i tagli, da 8,6 a 9,4 miliardi, intervenendo in particolare sulla voce “Istituzione di fondi”: la riduzione complessiva ammonta a 6 miliardi rispetto ai 5,3 miliardi inizialmente previsti.


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Francesco Ridolfi

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