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di PIERO QUARTOMATERA – SI TERRÀ oggi il Consiglio comunale di Matera, convocato per le ore 18 per l’elezione del presidente del Consiglio. Ma l’esito resta ancora in dubbio dopo due giorni di trattative estenuanti.
La proposta di Angelo Tosto nella riunione dei capigruppo (“voto il consigliere più votato”) aveva avuto l’effetto di scompaginare le fila della maggioranza e di provocare confronti, contatti, riunioni con estenuanti trattative ma senza una soluzione definitiva.
Andiamo con ordine.
La nottata di mercoledì aveva avuto un esito positivo nel senso che, la coalizione, aveva trovato una generale quadratura con qualche mal di pancia e qualche esitazione ma con un esito confortante sotto il profilo dei numeri.
L’accordo prevede la conferma di Brunella Massenzio alla presidenza del Consiglio, l’azzeramento della giunta e la ridistribuzione complessiva delle deleghe. Nello specifico per la giunta quattro assessori al Pd, 1 a Stella e Idv, più Sinistra per Matera e Udc.
I Popolari Uniti della dimissionaria Bengiovanni fuori dalla giunta e certo poco entusiasti, ancor meno i Socialisti che criticavano l’ipotesi di una maggioranza in giunta (4 assessori più il sindaco) del Pd e parlavano di “monocolore”, avanzando invece l’ipotesi di un riequilibrio complessivo con la presidenza del Consiglio al Pd e alla Antezza. Socialisti critici, stando alle voci raccolte, anche su un nuovo accordo che faceva venir meno l’idea di coalizione e lasciava fuori i cosiddetti partiti “minori” a favore del Pd e alla fine prevaleva l’idea di mantenersi le mani libere dalla maggioranza che si faceva spazio. Insomma dissensi e perplessità, le stesse manifestate anche dall’Api che però non ha mai messo in dubbio la possibilità di un sostegno alla Massenzio.
In questo contesto però i voti per la Presidenza alla Massenzio non mancavano certo, malgrado i mal di pancia, qualche assenza per ferie e qualche contrattempo dell’ultima ora.
Così ieri mattina si diffondeva la voce di un accordo, voce confermata dalla convocazione del Consiglio con urgenza fatta dalla presidente pro tempore Antezza.
Se nella coalizione dubbi, perplessità e mal di pancia non sono vincolanti per un buon esito della trattativa e il via libera c’è stato, i problemi sono e restano tutti nel Pd. Il capogruppo e le deleghe sembrano ancora ora scogli insormontabili. La riunione terminata ieri sera intorno alle 22,15 non ha dato l’esito sperato, le distanze restano.
Sul capogruppo c’è una sostanziale distanza con l’ala Santochirico che propone Angelo Cotugno e quella Bubbico che pensa a Carmine Alba. Ma anche sulle deleghe il caos è generale, caso emblematico è quello dell’Urbanistica con l’ala Antezza che reclama quella delega per uno dei suoi due assessorati, l’ala Santorichirico che ricorda come quello era per sè una parte dell’accordo già sottoscritto in passato e il resto del Pd che propende per una conferma dell’attuale assessore Pellecchia.
Insomma il bailamme nel Pd rimane totale, la via d’uscita pare, ancora e più che mai, lontana e il voto in Consiglio comunale di oggi incerto ed imprevedibile.
Anche perchè gli otto consiglieri cosiddetti “Antezza” e “Santochirico” potrebbero decidere, di nuovo, di non presentarsi facendo venir meno i numeri per l’elezione del presidente. Anche questo sarebbe venuto fuori nelle ultime riunioni.
L’alternativa è ancora più pericolosa e preluderebbe ad una spaccatura vera nel Pd e nella maggioranza, l’alternativa porta all’elezione di Nunzia Antezza alla presidenza seguendo la proposta Tosto, con i voti della minoranza e di una parte della maggioranza. In queste condizioni capire cosa succederà diventa davvero difficile.
Angelo Tosto, raggiunto “dal Quotidiano” ribadisce la sua posizione a scanso di equivoci e per zittire voci giudicate prive di fondamento: «rimaniamo sulla stessa posizione: vogliamo muovere questa città che rischia di morire e non può rimanere altri tre anni in questa condizione di immobilismo. Noi siamo pronti a votare il nostro candidato oppure votiamo Nunzia Antezza perchè è l’unico modo per eleggere il presidente ed uscire da questa situazione in cui ci stanno gettando. Ma sia chiaro, lo dico a tutti, non ci sono inciuci e non ci sono scelte di comodo. Noi votiamo per il consigliere che ha preso più voti, senza alcuna scelta di simpatia personale o di ordine politico. Altre soluzioni sarebbero una scelta politica e noi non la faremo. Comunque vada», conclude, «avrò ragione perchè questa maggioranza dimostrerà di non saper e poter governare o di pensare solo a poltrone e giochi di potere».
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