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AD Arcavacata centro residenziale si dice in tutte le lingue del mondo. O almeno in quelle dei 63 diversi Paesi da cui provengono gli studenti stranieri ospitati nelle residenze del campus, insieme agli immatricolati calabresi, e in cui è stato tradotto il nome del Centro sul sito.
Il compleanno del Centro residenziale – che ha spento nei giorni scorsi 36 candeline – è stata soprattutto la festa dei suoi studenti, di tutte le nazionalità. Una “festa dei popoli”, coordinata da Marcello Fiore e partita con la serata etnica (GUARDA) organizzata dalla comunità degli studenti africani residenti nel campus. Come gesto simbolico, a chiusura dei festeggiamenti, l’ateneo ha piantato dei nuovi alberi su quello che sarà il “viale dei ciliegi”. «Sarà il segno di un impegno che dura nel tempo, di quel prendersi cura costante e non estemporaneo, dei nostri ciliegi come del campus, che ci consentirà di raccogliere i frutti duraturi del nostro lavoro sul medio e lungo termine», ha commentato il prorettore delegato al Centro residenziale, Luigi Filice.
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«L’accoglienza, la socialità, la convivenza tra culture e storie diverse sono la vocazione della nostra università. E su questi temi, così come sul rilancio del carattere residenziale del nostro campus, si integrano – ha aggiuno Filice – le politiche dell’ateneo e del centro».
Il centro residenziale in questi anni è cresciuto. Nell’anno accademico ‘72/’73, prima della sua istituzione, il campus aveva 120 posti letto, divenuti 1561 nel ‘74 fino ad un massimo di 2900 nel ‘92. Seguirono ristrutturazioni, rilasci di immobili in fitto e riorganizzazioni. Oggi il campus ospita circa 2 mila studenti e a regime, nel triennio, arriverà a 2700 posti letto. Ma il centro residenziale è anche quattro mense (in prospettiva cinque), strutture sportive, spazi di aggregazione, un recentissimo barbecue all’aperto, appena testato e destinato agli studenti. Mentre cresceva, il centro «ha cambiato pelle – ha detto Guerino D’Ignazio, prorettore e delegato all’Internazionalizzazione –. Prima era pensato solo per i calabresi, oggi è uno dei poli attrattori essenziali per gli studenti internazionali. Una particolarità che va valorizzata al massimo e la nuova gestione del Centro ha marcato un cambiamento in meglio».
Il Centro è poi anche una macchina complessa, in allerta 24 ore su 24, per far fronte a disagi ed emergenze. «Alcune scelte che possono sembrare impopolari, poi si traducono in risultati in termini di vivibilità del campus», ha commentato Filice. «A settembre apriamo la nuova mensa delle Maisonettes, entro l’inizio del nuovo anno accademico contiamo di inaugurare il centro servizi, che accoglierà le future matricole e gli studenti, racchiudendo le funzioni di Centro residenziale e area didattica. Stiamo realizzando – ha detto il direttore del Centro Franco Santolla – una serie di interventi per aumentare posti letto e servizi. Ne avremo presto 40 in più. È prevista la ristrutturazione di alcuni alloggi che, nel complesso delle Maisonettes, sono ormai al limite dell’agibilità. Ci saranno dei disagi, certo, ma limiteremo il più possibile il fastidio per gli studenti».
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