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COSENZA – Protesta degli abitanti delle frazioni di Thurio e Ministalla, a cavallo dei territori di Cassano allo Ionio e Corigliano-Rossano, nella Sibaritide, dove un anno fa, ma anche qualche giorno fa, a causa del maltempo, il fiume Crati è esondato. Gli abitanti del luogo hanno occupato la strada statale 106 ionica in segno di protesta per i lavori mai eseguiti agli argini del fiume.
Il cantiere è stato aperto, ma i lavori non sono mai iniziati, come lamentano i residenti, e questo mette a rischio le loro abitazioni e le attività economiche.
«Quando si riscontra quasi un senso di ingiustizia, dovuto a lentezze burocratiche e anche a disattenzione, a prevalere è sia la disperazione ma anche la paura ed l’insicurezza allora le persone sono costrette a mettere in atto forme di proteste». Così il presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto, commenta il blocco, attuato da stamattina, del bivio della SS 106 da parte dei cittadini delle frazioni di Thurio e Ministalla nel territorio di Corigliano – Rossano che oltre un anno fa, era il 27 novembre 2018, a causa di un evento alluvionale che fece esondare il fiume Crati, provocò ingenti danni a famiglie e aziende agricole. Danni e paura anche a rischio di vite umane che – aggiunge il presidente – si sarebbero potuti evitare se la Regione avesse provveduto già in via preventiva, come più volte segnalato, al consolidamento dell’argine del fiume. Oggi dopo anche la “grande paura” dei giorni scorsi non è giusto continuare a vivere nell’incubo che si possa ripetere l’esondazione. Occorre immediatamente fare partire i lavori e gli interventi di messa in sicurezza dell’argine del fiume Crati e del suo affluente il torrente Mazzolito – chiede Aceto alla Regione – perché si è ancora nel pieno del rischio idraulico e idrogeologico e la stagione invernale può portare spiacevoli conseguenze a causa di eventi climatici anche estremi. Occorre con urgenza – conclude Aceto – rimuovere subito gli ostacoli che stanno ritardando l’avvio dei lavori. Per quanto poi riguarda il risarcimento danni alle aziende colpite anche in questo caso occorre fare chiarezza».
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