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“HO PARLATO con il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Carlo Tavecchio. Lui è a Parigi per un meeting Uefa, ma mi ha fissato l’appuntamento con alcuni suoi funzionari ai quali chiederò in via ufficiale come muovermi per ottenere l’iscrizione di una nuova società di Potenza in serie D”. Vito Santarsiero, lo dimostrano le sue parole, è sceso ufficialmente in campo per salvare il calcio a Potenza. Tenterà la strada che hanno seguito, con le alterne fortune che abbiamo raccontato nei giorni scorsi, i suoi colleghi di Avellino, Pistoia e San Benedetto del Tronto l’estate scorsa: l’articolo 52 delle Noif. Quello che potrebbe – vista la congiuntura e ottemperando a prescrizioni non da poco (vedi versamento di 300mila euro, ndr) – far ripartire il calcio potentino dal massimo campionato dilettantistico. Ricordiamo in ogni caso che il parere vincolante su operazioni di questo genere è quello del presidente federale Abete, sebbene d’intesa con la Lnd. Santarsiero stasera avrà reale cognizione delle scadenze per una nuova affiliazione, sperando che sia lo stimolo per far uscire allo scoperto i protagonisti (a livello societario) del sodalizio che verrà. Il presidente dell’associazione “Il Mio Potenza”, Nino Pomarico, ha nel frattempo fatto appello alla città nell’eventualità si dovesse provvedere ai 300mila euro a fondo perduto previsti dalla norme federali, ma se prima non si va a costituire la società c’è il rischio di non fare in tempo e di vanificare gli sforzi diplomatici per quella che resta la strada più percorribile se si vuole continuare a vedere il pallone al Viviani. A livelli comunque dignitosi.
SI RICORRE Nel frattempo prosegue il lavoro di Rocco Galasso per tutelare gli interessi del Potenza Sport Club di Postiglione, escluso dalla Seconda Divisione. Per lui, che dà conto all’amministratore giudiziario Bavetta, si tratta di atti dovuti. Con tutta probabilità verrà tentato anche il ricorso all’Alta Corte del Coni, ultimo grado della giustizia sportiva competente in merito alle ammissioni ai campionati. Stando a quanto filtra dalla sede sociale ubicata nei locali dello stadio, ancora perfettamente attiva, non si esclude nemmeno di poter adire il Tar del Lazio in caso di parere negativo dell’Alta Corte. Un iter straziante, destinato a non produrre granchè se l’apppiglio più solido (la mancanza di liquidità dovuta alla fideiussione da 1,2 milioni bloccata fino ad ottobre) non dovesse essere giudicato fondamentale.
QUESTIONE DI TITOLI Intanto continuano a rimbalzare voci incontrollate riguardanti un ipotetico interessamento di Postiglione (o di chi per lui, essendo squalificato) al titolo sportivo dell’Avigliano, società di Eccellenza data in smobilitazione. Trattandosi di un centro confinante con il capoluogo, il passaggio di un titolo sarebbe teoricamente possibile tramite trasferimento. Nel calcio – a differenza del basket, ad esempio – non è invece possibile spostare titoli tra città non limitrofe. Chiarito questo dettaglio tecnico, non resta però che registrare sostanziali smentite su più fronti. Galasso non ha difficoltà a parlare di “un’illazione priva di alcun fondamento, perchè il mio lavoro in questo frangente è finalizzato solo e soltanto a salvaguardare il patrimonio dell’unica società di cui si può parlare attualmente, il Potenza Sport Club. Per farlo, tenteremo in ogni modo l’iscrizione ad un campionato della Lega Nazionale Dilettanti”. In realtà, come abbiamo sempre spiegato nei giorni scorsi, il teorema fatto passare dalla proprietà che vedrebbe in capo al Potenza Sc la possibilità di iscriversi alla D o all’Eccellenza non ha grandi riscontri. I cavilli che potrebbero generare soluzioni contrarie sarebbero solo frutto del riconoscimento di una posizione eccezionale della società, in base alla discrezionalità del presidente Figc. Ma la giurisprudenza sportiva (vincolante quando non c’è una norma apposita) parla in senso contrario.
ART. 52 E DINTORNI Il confinamento in Terza Categoria di una società non ammessa ai campionati professionistici era prevista nella precedente formulazione dell’articolo 52 Noif , quella in vigore fino al 2008. Nello stesso testo, in un comma oggi non più presente, si parlava della possibilità per la squadra esclusa dalla vecchia C2 di iscriversi ad un campionato regionale, teoricamente anche all’Eccellenza. Ad oggi le due indicazioni normative sono entrambe sparite, lasciando spazio ad una sola interpretazione. Chi viene estromesso dal calcio professionistico, da qualunque serie, può iscriversi al massimo in Terza Categoria, il gradino più basso dell’ordinamento dei campionati. Magari anche mantenendo eventuali crediti, visto che un fallimento non c’è. Le possibilità che il Potenza Sc di Postiglione possa essere accettato negli organici della D con la stessa matricola, salvo improbabili iniziative del presidente Abete (che creerebbe un precedente insidioso, ndr), sono decisamente poche.
Pietro Scognamiglio
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