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Ammontano a oltre 60 milioni di euro, nel prossimo biennio, i tagli che, per effetto della manovra finanziaria del governo, si abbatteranno sulle cinque province calabresi. A quantificare il dato è l’on. Cesare Marini, del Pd. «L’approvazione in prima lettura al Senato del decreto di stabilizzazione finanziaria e competitività economica, sul quale il governo ha posto il 34/mo voto di fiducia – afferma Marini – è l’ulteriore conferma del peso crescente sugli equilibri della maggioranza della linea Bossi-Tremonti assecondata da un convitato di pietra, Silvio Berlusconi. Il capo del governo oramai fa pesare la sua autorità solo per fare approvare provvedimenti che riguardano la sua persona, tutto il resto, compresa la politica economica, è delegato al ministro dell’economia e alla Lega, come dimostra l’ennesima beffa degli aiuti agli allevatori trasgressori del nord’’. «Tremonti – sostiene ancora Marini – ha strombazzato rigore e tagli indiscriminati della spesa pubblica, compresa la sospensione degli aumenti stipendiali di alcune categorie, nonchè la riduzione dei trasferimenti agli enti locali, solo per fare due esempi tra i tanti, ma ha trovato la copertura per l’ennesima volta agli aiuti per gli allevatori multati dall’Ue per lo sforamento delle quote latte, dopo che l’ex ministro leghista dell’Agricoltura aveva caratterizzato la sua presenza nel governo ottenendo nel concerto europeo un aumento delle quote latte per l’Italia. La politica economica di Tremonti, passata dalla finanza creativa al contenimento indiscriminato della spesa pubblica provocherà effetti deflattivi e la riduzione delle entrate tributarie con gravi ripercussioni sull’occupazione e sulle condizioni di vita delle famiglie». «Il fine del benessere dei cittadini, scopo delle politiche di democrazia avanzata – prosegue ancora il parlamentare – viene accantonato per privilegiare la ristrutturazione dell’economia dettata dagli interessi dei paesi forti dell’unione. Il mezzogiorno pagherà il prezzo più alto per la drastica riduzione dei trasferimenti agli enti locali, per il mancato finanziamento del fondo per le aree in ritardo di sviluppo, per la riduzione del personale della scuola e per l’azzeramento delle risorse da destinare agli investimenti in infrastrutture e servizi. Gli effetti della manovra sono evidenziati, nella loro gravità, dai tagli che subiranno i trasferimenti alle province nei prossimi anni». Le province subiranno tagli per 60.494.105,10, così divisi: Cosenza (6.708.432,54 nel 2011 e 11.180.720,89 nel 2012); Reggio Calabria (5.990.395,72 nel 2011 e 9.983.992,87 nel 2012); Catanzaro (4.024.385,19 nel 2011 e 6.707.308,66 nel 2012); Vibo (3.224.913,58 nel 2011 e 5.374.855,16 nel 2012); Crotone (2.738.412,38 nel 2011 e 4.560.687,31 nel 2012). «Le cifre – conclude Marini – sono di tale entità che limiteranno l’erogazione dei servizi di questi Enti con evidenti ripercussioni sui cittadini».
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