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«Continueremo a batterci fino a quando non vedremo riconosciuti i diritti delle imprese cosentine che hanno effettuato negli anni passati lavori di costruzione degli impianti di irrigazione, di manutenzione delle reti scolanti e di bonifica dei siti per conto del Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati» Lo ha affermato il Presidente di Ance Cosenza Natale Mazzuca nel corso di un incontro con il Commissario del Consorzio di Bonifica Sibari Crati Domenico Bilotta alla presenza delle aziende che vantano crediti certi e riconosciuti con delibera della passata Giunta Regionale della Calabria. Ma nonostante ciò, sono ben quaranta le imprese che attendono inutilmente da circa dieci anni di incassare le somme a loro dovute. Ed esistono casi la cui attesa supera addirittura i quindici anni. «In Calabria – ha proseguito il Presidente Mazzuca – siamo di fronte ad un paradosso: le imprese per eseguire opere fondamentali per la vita della collettività si trovano nei fatti costrette ad anticipare il 100% delle somme occorrenti, che spesso non recuperano gradualmente, come in un corretto svolgimento di un rapporto contrattuale, con gli stati di avanzamento. Per cui si trovano da troppo tempo fortemente esposte nei confronti del sistema bancario con il rischio incombente del fallimento o, nel migliore dei casi, con la necessità di dover tagliare i livelli occupazionali. È un prezzo inaccettabile questo da pagare specie in una fase congiunturale così sfavorevole come quella attuale ed in una regione con i valori di disoccupazione della Calabria. Senza dimenticare che una buona parte delle imprese interessate, pur di non fallire, si è trovata di fatto costretta a firmare una transazione con la Regione, ricevendo la metà del solo capitale spettante senza alcun rimborso IVA e con una rivalutazione monetaria calcolata non in maniera forfetaria. Queste aziende, così come quelle che hanno rifiutato la transazione, hanno intrapreso azioni legali per recuperare quanto loro spettante. Ed è qui che la situazione diventa più assurda, se si pensa che tali crediti, sanciti da sentenze passate in giudicato, tardano ancora ad essere riscossi. Una palese violazione dei principi basilari della giustizia. Nonostante ciò, i costruttori cosentini, e ancor di più quelli che aderiscono ad Ance Cosenza, per far valere i propri diritti non intendono occupare e presidiare gli uffici regionali, bloccare strade e ferrovie, ma si sforzano, attraverso le associazioni di categoria, di promuovere momenti di confronto finalizzati a risolvere in maniera costruttiva le problematiche».

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