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Anche la redazione web de “Il Quotidiano della Calabria” aderisce oggi alla giornata nazionale di sciopero dei giornalisti, che protestano contro il ddl sulle intercettazioni, la cosiddetta “Legge bavaglio”.
Oggi dunque la giornata del ‘rumoroso silenzio’, come la Fnsi ha definito la giornata di assenza di informazione proclamata per protesta «contro le norme del ddl intercettazioni che limitano pesantemente il diritto dei cittadini a sapere come procedono le inchieste giudiziarie, infliggendo gravi interruzioni al libero circuito delle notizie».

Modalità dello sciopero:

– I giornalisti dei quotidiani, dei service e delle strutture sinergiche nazionali e locali si astengo dal lavoro oggi per impedire appunto l’uscita dei quotidiani nella giornata di oggi;
– I giornalisti delle agenzie di stampa si asterranno dal lavoro dalle ore 07.00 di oggi alle ore 07.00 di sabato;
– I giornalisti delle testate web e dei siti on-line, ancorchè collegate a testate stampate, quotidiane o periodiche, si asterranno dal lavoro dalle ore 06.00 di domani alle ore 06.00 di sabato 10 luglio.
– I comitati ed i fiduciari di redazione delle stesse testate e degli stessi siti sono chiamati a verificare, con le rispettive direzioni, la possibilità di ‘oscurarè nella stessa giornata la parte informativa della testata o del sito sostituendola con comunicati, immagini illustrative ed informazioni sulle iniziative sindacali per il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini all’informazione;
– I giornalisti free-lance, i collaboratori ed i corrispondenti si asterranno dal lavoro secondo le modalità previste per i giornalisti della testata per la quale prestano la loro opera.

La Fnsi sottolinea che «giornalisti, ma anche gli editori e migliaia di cittadini, da mesi denunciano le mostruosità giuridiche del ddl intercettazioni. Sono state anche avanzate proposte serie per rendere ancora più severa e responsabile l’informazione nel rispetto della verità dei fatti e dei diritti delle persone: udienza filtro per stralciare dagli atti conoscibili le parti relative a persone estranee e soprattutto alla dignità dei loro beni più cari protetti dalla privacy; giurì per la lealtà dell’informazione che si pronunci in tempi brevi su eventuali errori o abusi in materia di riservatezza delle persone; tempi limitati del segreto giudiziario; accessibilità alle fonti dell’informazione contro ogni dossieraggio pilotato. Nessuna risposta di merito. Lo sciopero, con la giornata del silenzio, è espressione di indignazione, di partecipazione, di richiamo responsabile a principi e valori che debbono valere in ogni stagione.
Lo sciopero è un momento della protesta e dell’azione incessante che proseguirà, fino al ricorso della Corte europea di Strasburgo per i diritti dell’uomo, qualora la legge fosse approvata così com’è. Lo sciopero è anche segnalazione di un allarme per una ferita che si aggiungerebbe ad un sistema informativo che patisce già situazioni di oggettiva difficoltà e precarietà non solo per la crisi economica, ma anche per una politica di soli tagli che rischiano di allargare bavagli oggi altrimenti invisibili».
Per la fnsi «l’informazione è un bene pubblico, non è un privilegio dei giornalisti, nè una proprietà dei padroni dei giornali e delle televisioni, nè una disponibilità dei Governi. E per i giornalisti non è uno sciopero tradizionale contro le aziende, ma un atto di partecipazione e di sacrifico della risorsa professionale per la difesa di un bene prezioso, dei cittadini, proclamato con un silenzio che vuol parlare a tutti». Tra le adesioni, quella della Cgil, che in una nota fa sapere che «contestualmente alla protesta della Fnsi, viene indetto dalla Slc Cgil lo sciopero dei lavoratori poligrafici e dell’emittenza privata».

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