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C’è qualcosa di veramente terribile in quello che è accaduto negli ultimi dieci anni. Soprattutto è terribile che tutto sia avvenuto nel silenzio complice di molti, troppi. Lo Stato della Repubblica italiana, nelle sue articolazioni territoriali e economiche, ha abolito il Mezzogiorno. Ha cancellato i suoi treni, le sue scuole, le sue strade. Ha inserito un trapano nel bilancio pubblico con il pilota automatico incorporato (volontà politica) e, di buco in buco, ha estratto oltre 60 miliardi l’anno (dove li ha trovati?), li ha caricati su un camion e ha detto all’autista di cambiare itinerario. Non più da Roma a Palermo, ma da Roma a Milano. Dopo dieci anni di viaggi andata e ritorno l’autista si è messo le mani davanti agli occhi, poi se le è tolte e, guardandosi allo specchio, è scoppiato in una risata: pensavano di abolire il Mezzogiorno, hanno abolito l’Italia!
Nella giornata di ieri l’operazione verità lanciata da questo giornale, in assoluta solitudine sette mesi fa, ha avuto la sua definitiva consacrazione. Davanti ai membri della Commissione Finanze della Camera, senza che nessuno potesse dissentire nemmeno su uno zero virgola, è stato messo agli atti in modo definitivo che il Centronord si è preso il 70,9% della spesa pubblica complessiva e al Sud è andato il 29,1. Ascoltare Mariella Volpe, che di conti pubblici è il custode più autorevole, raccontare come lo Stato che si fa Pubblica Amministrazione, che si fa Regione e poi si fa Comune e poi si fa Ferrovie e così via via toglie al Sud e regala al Nord, è come andare a una lezione di divulgazione scientifica tenuta da Piero Angela.
Capiscono tutti e tutti hanno capito lo scippo che venti milioni di persone hanno subìto. Ogni cittadino del Centronord ha ricevuto pro capite circa 16mila euro l’anno, ogni cittadino del Sud ha avuto circa 12mila euro. In termini assoluti questa “perequazione alla rovescia” (diritti d’autore Adriano Giannola, presidente della Svimez) determina che oltre 60 miliardi dovuti alle popolazioni meridionali ogni anno sono stati invece ingiustificatamente regalati ogni anno alle popolazioni settentrionali. Il risultato di questo clamoroso scippo è che gli unici due territori europei che non hanno raggiunto i livelli pre-crisi sono il Nord e il Sud d’Italia (-2,4% il primo e -10,4% il secondo).
A furia di togliere di qua e mettere di là sono stati così bravi da portare il reddito pro capite delle donne e degli uomini del Mezzogiorno, anziani e bambini compresi, alla metà esatta delle donne e degli uomini del Nord. Sono riusciti nel capolavoro di privare i prodotti delle fabbriche del Lombardo-Veneto-Emiliano-Piemontese di un mercato di consumi interno che vale infinitamente di più di quello rappresentato dalla domanda interna e dalle esportazioni tedesche a loro volta, peraltro, in crisi. Ha ragione l’autista del camion. Ha trasportato ogni anno la refurtiva dove non doveva portarla. Ha ragione lui: volevano abolire il Sud, hanno abolito l’Italia. Dall’anno prossimo, per favore, cambiamo itinerario.
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