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Il segretario del Pri Francesco Nucara nel corso del question time al ministro della Salute Ferruccio Fazio ha denunciato come da circa sette mesi l’ufficio ispettivo veterinario di Gioia Tauro «non funziona per una decisione presa dagli uffici della Commissione europea». «Di conseguenza – ha evidenziato Nucara – le industrie conserviere del tonno, come la Calliplo e la Sardanelli, site a pochi chilometri dal porto di Gioia Tauro, devono andare a prendere il tonno a Salerno per poi portarlo a Vibo, lavorarlo e restituire a Salerno i cassoni dove era il tonno. Il che ovviamente crea un serio handicap. Oltre al problema dei raccordi ferroviari che non possono essere utilizzati dalle ditte spedizioniere perchè non viene data l’autorizzazione. Nucara ha quindi chiesto di mettere a norma, se non lo sono, queste ditte spedizioniere oppure concedere loro l’autorizzazione per un migliore utilizzo del porto di Gioia Tauro». Il ministro Fazio ha risposto che presso il porto di Gioia Tauro è da molti anni attivo un posto di ispezione frontaliero veterinario, autorizzato dalla Commissione europea per l’attività di controllo sanitario dei prodotti di origine animale. «Nel maggio 2009 – è scritto in una nota – l’ufficio veterinario della Commissione europea ha effettuato una missione ispettiva per verificare il sistema del controllo delle importazioni presso questo posto di ispezione frontaliero e sono state rilevate alcune carenze strutturali. Queste hanno limitato di fatto l’abilitazione del posto di ispezione frontaliero, escludendone i prodotti destinati al consumo umano e non imballati. Il Ministero della salute si è impegnato per la rapida soluzione del problema, insieme al posto di ispezione frontaliero di Gioia Tauro, che si è attivato per eliminare le carenze rilevate. I lavori di adeguamento della struttura si sono conclusi l’11 maggio 2010. Lo stesso giorno il Ministero ha attivato presso la Commissione europea la procedura di modifica della precedente decisione comunitaria per ottenere nuovamente l’abilitazione del posto di ispezione frontaliero ai controlli dei prodotti di origine animale non imballati. I tempi per acquisire formalmente l’abilitazione a livello comunitario dipendono dalle procedure della Commissione, che peraltro è già stata sollecitata da parte della rappresentanza diplomatica dell’Italia a Bruxelles». Nella sua replica Nucara ha ricordato che le industrie che sono attive in particolare nel settore del tonno hanno una minore competitività sul piano nazionale e internazionale. «La Calabria – ha detto Nucara – ha il più alto tasso di disoccupazione generale, il più alto tasso di disoccupazione giovanile e il più alto tasso di disoccupazione femminile: per quel poco lavoro che c’ è, cerchiamo di creare condizioni di non competitività sul piano nazionale ed internazionale». Nucara avrebbe ritenuto opportuno che in attesa dell’autorizzazione finale sarebbe stato opportuno concedere un’autorizzazione provvisoria in attesa degli uffici competenti dell’Unione europea. «Il problema – ha spiegato Nucara – è banale e si risolverebbe nelle superfici non lavabili dell’ambiente dove il veterinario deve ispezionare i prodotti ittici e nella mancanza di un lavabo perchè il veterinario, giustamente, deve lavarsi le mani quando ha finito la sua ispezione».
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