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Prima il Papa Francesco Bergoglio, poi la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e adesso, a sancire che l’ ergastolo “ostativo” e cioè “fine pena mai” è incostituzionale, è proprio la Corte Costituzionale.
LA PERICOLOSITÀ
“La presunzione di pericolosità non può essere assoluta – Il principio sancito – come si legge nelle motivazioni depositate ieri dalla Corte Costituzionale– è che un detenuto per un reato di associazione mafiosa e/o di contesto mafioso può essere “premiato” se collabora con la giustizia ma non può essere “punito” ulteriormente – negandogli benefici riconosciuti a tutti – se non collabora.
In questo caso, la presunzione di pericolosità resta ma non in modo assoluto perché può essere superata se il magistrato di sorveglianza ha acquisito elementi tali da escludere che il detenuto abbia ancora collegamenti con l’associazione criminale o che vi sia il pericolo del ripristino di questi rapporti.
Quindi “non basta un regolare comportamento carcerario (la cosiddetta “buona condotta”) o la mera partecipazione al percorso rieducativo. E tantomeno una semplice dichiarazione di dissociazione.
La presunzione di pericolosità – non più assoluta ma relativa – può essere vinta soltanto qualora vi siano elementi capaci di dimostrare il venir meno del vincolo imposto dal sodalizio criminale”. In poche parole l’ergastolo ostativo è anticostituzionale tutti gli ergastolani, mafiosi e non che hanno dimostrato di volere cambiare vita e che non hanno più rapporti con le loro organizzazioni criminali, devono godere dei benefici previsti per tutti gli ergastolani.
IL CASO PROVENZANO
Poco prima che il capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano morisse, nel luglio del 2016, intervistai i suoi due figli, Angelo e Francesco Paolo, fino ad ora incensurati. Non fu facile però fu difficile rispondere alle loro argomentazioni.” Mio padre è stato ritenuto accusato di gravissimi reati e condannato all’ ergastolo ostativo, è stato ritenuto dai periti di Procure e Tribunali, incapace di intendere e di volere, è stato stralciato dai processi proprio per questa ragione, per mesi e mesi è stato legato su un lettino in una cella di un carcere di massima sicurezza ed alimentato con le sonde. Era in regime di 41 bis, il cosiddetto carcere duro e non fu consentito ai suoi familiar di poterlo sfiorare, di accarezzarlo prima che morisse”.
LA FIDUCIA
E’ stato giusto? Ecco la domanda è proprio questa: la mafia ed i mafiosi sono stati e sono crudeli, hanno ucciso migliaia di persone, bambini, donne, uomini, magistrati, poliziotti, politici, giornalisti. Ma lo Stato non deve e non può essere crudele altrimenti allontanerebbe da se la fiducia che ogni cittadino crede di riporre.
Lo Stato dovrebbe fare in modo che i figli, i parenti dei mafiosi dei criminali, degli assassini, debbano avere fiducia e non odiarlo perché altrimenti si violano principi elementari. Un figlio o una moglie che non puo accarezzare l’ ergastolano ostativo ormai quasi morto, non può certo rispettare lo Stato, anzi. E proprio dalle colonne di questo giornale, nei mesi scorsi, abbiamo raccontato la storia di Francesca, figlia di un ergastolano ostativo che aveva chiesto, inutilmente, che il padre potesse accompagnarla all’ altare il giorno del suo matrimonio. Un giorno solo. Eppure le è stato negato.
IL RISCATTO
Che giudizio può dare Francesca su uno Stato che nega un piccolissimo gesto di generosità? Ed il padre di Francesca finito in galera quando lei aveva appena un anno, ha scontato più di 25 anni di carcere, si è pentito di quello che ha fatto (accusato e condannato anche per omicidi) e che in questi ultimi anni sta facendo un percorso di riabilitazione.
Ma lui non si può pentire, anche se volesse, perché i suoi figli, i suoi nipoti ai quali ha detto di non imitare il nonno perché questa è una strada che non spunta, vivono ancora in li, in quel paese calabrese, ha stretto contatto con gli ‘ndranghesti e se decidesse di collaborare, metterebbe a rischio la vita dei suoi familiari. Può essere comprensibile?
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