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GIRIFALCO (CZ) – Il cuore pulsante di un paese visto attraverso gli occhi indiscreti di un corpo “sbagliato” che guarda la vita da dietro le sbarre. Le sbarre non di una prigione ma di un manicomio. È questo il messaggio più profondo del film documentario, “Sanus Egredieris: uscirai sano”. Il progetto, nato da un’idea di Barbara Rosanò, è il piccolo grande capolavoro dell’associazione Kinema. 

Un lungometraggio, che prende come esempio una delle realtà ospedaliere più grandi e controverse nate in Calabria: il manicomio di Girifalco. Una sparatoria, la lotta sociale, un uomo in cerca della sua gamba, una partita di calcio mozzafiato, l’amore e la sofferenza, la reclusione e l’inclusione ma soprattutto il sogno e la realtà fusi tra loro come uno scherzo della vita. Sanus Egredieris è la docufiction che parla di Girifalco, il “paese dei matti”: così lo chiamano tutti. Ma la presenza dell’ospedale ai cittadini del paese ai piedi di monte Covello non è mai andata stretta. Anzi. Con le dovute proporzioni, può essere considerata come la Fiat della zona per via del lavoro dato a centinaia di famiglie. I pazienti, poi, diventano parte integrante della comunità. La convivenza con i girifalcesi dura dal 1881, quando quello che era un convento diventa il manicomio. Ora, con il docufilm di Kinema, molte più persone possono aprire lo scrigno di Girifalco. Attraverso gli occhi di Angelo, poeta perdigiorno, è possibile percorrere i rioni del borgo ed incontrare Mandarino, Maria, Rocco. Uscirai sano fa ridere, sorridere e piangere. 

GUARDA IL VIDEO: IL TRAILER DEL DOCUFILM

Mostra allo spettatore i più incisivi documenti audiovisivi e cartacei reperiti nei mesi di studio. Racconta le testimonianze di chi ha vissuto tutto questo in prima persona. Ma il progetto di Kinema fa di più. Delinea oltre un secolo di storia manicomiale da tre punti di vista diversi: quello della scienza nella figura di medici ed infermieri; della società con le interviste ai cittadini del posto e del paziente attraverso una rilettura di alcune testimonianze raccolte nel passato confrontate con quelle di oggi. Perché “Sanus Egredieris: uscirai sano”? Semplice. Quando nel 1881 le porte dell’ospedale psichiatrico si aprirono ai pazienti, al di sopra del portone, fu affissa questa targa. Una promessa, una speranza. Raccontata con le immagini. Descritta con la musica. La colonna sonora del docufilm è composta da brani inediti di alcuni gruppi musicali emergenti: le percussioni di Davide Martino, le ballate de LaVanGuardia e i suoni surreali di Fausto Bisantis. Con una rilettura in chiave ospedaliera, nei titoli di coda, de “Le nozze di Figaro” scritta da un infermiere dell’ospedale e riproposta da un cantante lirico. Un mix di emozioni. Un documento che fa ridere, sorridere e piangere.

 

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