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LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Niente passi indietro per Mario Oliverio, che ribadisce la sua candidatura come già fatto nelle scorse ore (LEGGI LA NOTIZIA) ma una timida apertura forse sì anche se non come da Roma vorrebbero.
Per cominciare il Governatore uscente ha puntualizzato di essere «un dirigente del Pd e non sarà Stefano Graziano a cancellare o a ledere la mia identità, la mia storia, la mia riconoscibilità».
Rispetto al rischio di espulsione (che potrebbe concretizzarsi nel caso di una candidatura in contrapposizione a Pippo Callipo sostenuto dal PD – LEGGI), pertanto, Oliverio non le manda a dire al commissario del Pd calabrese, aggiungendo che «Graziano dovrebbe rimuovere dalla sua memoria e, quindi, dalla sua indole, fasi della storia che sono ormai archiviate: lo stalinismo, una concezione dittatoriale della vita politica. La vita politica è fatta di pluralismo e di democrazia. Si guardi intorno e veda che qui c’è il Pd».
Inoltre, Oliverio ha invitato a riflettere «sulle iniziative che ci sono state in questi mesi. Si vada a rivedere attraverso i video la composizione e la forza ed anche la qualità di quelle presenze e ci si renderà conto che il Pd è lì, insieme alla società che ha accompagnato in questi mesi questa fase. Se cinquemila iscritti sottoscrivono un documento ci sarà pure una ragione. Se 270 sindaci sottoscrivono una proposta di candidatura e tra questi tutti i sindaci del Pd, nessuno escluso, ci sarà pure una ragione. Ed allora di che cosa parla Graziano? Di quale partito parla?»
Ed è a questo punto che Oliverio fa la sua timida apertura ma rivolgendosi a Nicola Zingaretti auspicando che «il segretario assuma personalmente la direzione di questa vicenda. Che, a parte i consigliori, ascolti sindaci, iscritti, ascolti anche le forze della società civile e gli imprenditori, e si faccia dare valutazioni. Chieda chi è Graziano, con tutto il rispetto per la persona, chieda anche a chi vive negli angoli più sperduti di questa regione e gli diranno: ah Oliverio, il comunista, il dirigente del Pd».
In conclusione, quindi, il presidente uscente della giunta si augura che «Zingaretti possa riprendere le fila di questa situazione con grande serenità, senza condizionamenti, e riprendere le fila di un cammino che mi auguro possa consentire una ricomposizione. Lo dico per la Calabria e per il Pd. Una proposta (leggi Callipo, ndr) va confrontata prima di essere sostenuta. In quali sedi è stata definita questa proposta? Con quali forze del Pd calabrese? In quale istanza ed in quale luogo del Pd calabrese si è venuti a dire ‘noi pensiamo che possa essere Callipo’? Ma vi pare questa una forzatura di Oliverio o, invece, una forzatura di chi pensa da Roma di decidere sulla testa di tutto e di tutti».
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