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di ROSSELLA MONTEMURRO
«TUTTE le arti contribuiscono all’arte più grande di tutte: quella di vivere». E si può farlo, si deve farlo anche in un contesto certo non semplice quale può essere quello di una Casa circondariale. Le parole di Bertolt Brecht, citate da Walter Gentile, responsabile dell’area educativa del carcere di Matera, hanno introdotto ieri “Parole e Libertango”.
L’iniziativa, nell’ambito del cartellone “Giugno Musica” promosso dal conservatorio “Duni” ha consentito, per la prima volta, la realizzazione di un concerto della formazione Sax Ensemble diretta dal maestro Nunzio Locantore all’interno del carcere alternato dalla recitazione di poesie scritte dai detenuti. Ad assisterli e a fare in modo che potessero esprimere la loro creatività ci ha pensato Lello Chiacchio, direttore artistico del Centro di Cultura Teatrale Skené.
Un’esperienza significativa per quanti, tra i 98 detenuti (70 di loro sono impegnati nei laboratori e nelle attività scolastiche), hanno deciso di partecipare al progetto.
«La priorità è della formazione e del lavoro, ma anche questi elementi propri dell’arte sono importanti per il futuro di queste persone. – ha affermato Gentile – E’ così possibile passare da un passato nero a un futuro variegato.
E’ uno di quegli eventi all’interno della Casa circondariale che va a cementare lo spirito di collaborazione e interazione tra il carcere e il territorio per offrire momenti importanti per percorsi di reinserimento sociale.
Su tali basi si valuterà la creazione di un laboratorio musicale».
La direttrice del carcere Maria Teresa Percoco ha ricordato una frase ascoltata alcuni anni fa in amministrazione: «Dietro ad ogni delitto c’è il passato ma davanti c’è il futuro, un avvenire in cui vive e opera un uomo che può essere diverso da quello che ha commesso il delitto».
«Questo spettacolo di musica e poesia – ha aggiunto – ci permette di posare un altro tassello nel nostro progetto di coinvolgimento del territorio con l’istituzione carceraria. Penso che voi siete venuti a portare emozioni a chi soffre perché privato della libertà personale ma non credo di sbagliarmi se dico che sarete voi a portar via emozioni.
Quanti sono intervenuti hanno dimostrato una sensibilità che per noi è preziosa perché ci aiuta nel nostro lavoro. Un ringraziamento particolare va allo staff dell’area educativa e al personale di polizia penitenziaria».
Le note di Astor Piazzolla e Ennio Morricone sono state alternate ai versi di Rocco Scotellaro e Isabella Morra recitati da Petra Santilio.
Ma la scena è stata tutta per loro, per gli otto ospiti della Casa circondariale che hanno lasciato spazio alle loro sensazioni in un’ora trascorsa in un luogo in cui il tempo è sospeso ed è diventato davvero uno stato d’animo.
“Un sorriso” di Raffaele Confessore letta da Alfredo Cimminiello, “La voce del cuore” di Pasquale Annavale, “Amore per i figli” di Danilo Lattanzi, “Io domando” di Massimo Teracciano, “I miei desideri” di Alessandro Casto Palmiro letta da Sergio Fiorenza, “Fine pena mai” di Salvatore Le Grottaglie letta da Antony Acatullo sono le poesie scritte in carcere e recitate ieri.
«La musica ha un grande valore sociale. – ha affermato il direttore del conservatorio Saverio Vizziello – Il conservatorio è entusiasta di questa iniziativa, ha voglia di uscire dalle mura e non essere considerato un élite. Ricordo l’inserimento di Antonio Candela, ragazzo down che da cinque anni voleva studiare la batteria e finalmente è riuscito a seguire i nostri corsi. L’iniziativa di oggi rimarca l’importanza dell’arte nella vita. Mi avete emozionato. – ha detto rivolto ai detenuti – Questo è un primo passo per tante altre attività».
Grande emozione anche per il maestro Locantore: «Spero che la musica possa aiutarvi per una vita migliore».
A fine spettacolo Chiacchio ha recitato “Lassam’ fa’ Dio” e “Pianoforte e’ nott”.
Presente ieri l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Antonio Montemurro che ha ricordato come l’Ente di via Ridola abbia contribuito alla realizzazione dell’evento.
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