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Il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti col capo politico del M5S Luigi Di Maio

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CATANZARO – A dispetto dei social che danno per defunto il colloquio tra dem e stellati, il filo non si sarebbe ancora spezzato. Almeno in Calabria, sorprendentemente. La posizione del Pd non è mai cambiata nella ricerca di un accordo che possa, dal loro punto di vista, tentare di sbarrare la strada al sovranismo. Anche se la campana del centrodestra è ancora muta.

Nel campo grillino c’è una posizione largamente diffusa nella base di rigetto nei confronti dei democratici. Tuttavia questo sentimento di avversione, non totalizzante ma prevalente, a sentire le loro stesse fonti, non troverebbe uno sbocco univoco. Ci sono posizioni articolate, dalla non partecipazione, la dottrina Morra, alla partecipazione autarchica all’interno della quale ci sono le corna del dubbio. Assecondare la scelta del professor Francesco Aiello che ha già raggiunto un gradito livello di adesione nella pancia grillina? Oppure accarezzare la scelta interna come sollecita con forza Dalila Nesci per sé medesima. L’Adnkronos riporta che ieri c’è stato un summit romano convocato, spiegano le fonti, per sondare gli umori su una ipotetica alleanza con i dem, a seguito dell’appello lanciato dall’imprenditore Antonino De Masi. La maggioranza dei parlamentari, raccontano, avrebbe respinto qualsiasi tipo di negoziato, optando per una corsa solitaria con Aiello candidato governatore.

C’è da dire che sono in corso le regionarie per la scelta delle candidature a consigliere regionale, consultazioni web che si sono aperte lunedì scorso e si concluderanno il 4 dicembre prossimo. Dal numero dei partecipanti e dalla selezione in corso gli addetti ai lavori capiranno l’indirizzo che vorrà prendere il movimento per la competizione elettorale regionale. A tal proposito Roberta Lombardi, capogruppo M5S nel Consiglio regionale del Lazio, in un’intervista a Circo Massimo, su Radio Capital, sul divieto per statuto, spiegato da Luigi Di Maio, di sostenere candidati alla presidenza di altri partiti, ha detto: «Secondo le nostre regole, da statuto non possiamo iscrivere al M5S esponenti di altre forze politiche o di associazioni che abbiano finalità diverse da quelle del Movimento. I regolamenti delle candidature invece vengono portati avanti dal capo politico elezione per elezione, possono cambiare da una regione all’altra. Probabilmente Di Maio si riferiva al combinato disposto tra lo statuto e i regolamenti: si prende una norma presa dallo statuto, molto difficile da modificare, e si combina con requisiti previsti dal regolamento che invece viene approvato a ogni competizione elettorale».

Ciò giustificherebbe il filo non ancora rescisso tra Zingaretti e Grillo. Che, se dovesse andare in porto, asseconderebbe l’idea lanciata dall’imprenditore Antonino De Masi per un impegno diretto di Pippo Callipo. Linea condivisa, per esempio, dal segretario regionale della Cgil, Angelo Sposato. Per ogni evenienza il Nazareno ha preparato una sorta di unità di crisi per trovare uno/a candidato/a. Sul tavolo di Nicola Oddati ci sarebbero alcuni dossier di possibili candidati. Donne comprese. Da Roma arrivano anche notizie che non ci sono assolutamente recuperi nei confronti Mario Oliverio, che continua la sua campagna elettorale.

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