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Il sito web di CalabriaInnova

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DELL’INNOVAZIONE la giunta Oliverio ha fatto una delle sue bandiere. «Con orgoglio ho potuto raccogliere le testimonianze delle imprese e dei ricercatori che, grazie alle misure che questa amministrazione regionale ha destinato alla ricerca e all’innovazione, oggi possono essere esempi di successo che rendono la Calabria sempre più competitiva nel panorama nazionale e internazionale» diceva il presidente Mario Oliverio durante l’ultima Notte dei ricercatori.

Una fetta importante di quegli esempi di successo citati dal governatore sono stati costruiti da CalabriaInnova, nato nel 2011 come Pisr (Progetto integrato di sviluppo regionale) della Regione Calabria, affidato alla società in house Fincalabra SpA. Creato – nelle more della costituzione dell’Agenzia regionale dell’Innovazione, ad oggi ancora non realizzata – per sostenere i processi di innovazione delle imprese calabresi e favorire il trasferimento di tecnologie e conoscenze sviluppate dal sistema della ricerca al mondo imprenditoriale, che fine ha fatto oggi quel progetto?

Sulla carta è in vigore, prorogato fino al 2021, nella pratica è smantellato, dopo aver assistito negli ultimi due anni circa a una lenta e inesorabile discesa. All’ultima Start Cup il team CalabriaInnova non ha partecipato, la sede di Lamezia – punto di riferimento per imprenditori, startupper, ricercatori – non c’è più, Fincalabra ha smembrato il gruppo di professionisti selezionato 7 anni fa e formato negli anni, sparpagliandolo perlopiù tra i suoi vari uffici.

Oggi si occupano, da consulenti, soprattutto di mansioni amministrative insieme ai ben 130 dipendenti della società in house della Regione Calabria, mentre il core business della loro attività dovrebbe essere rappresentato da servizi specialistici in tema di innovazione e trasferimento tecnologico. Ovvero quello che hanno fatto negli anni precedenti, favorendo la nascita di nuove startup, accompagnando i beneficiari di contributi europei, aiutando 7 aziende calabresi con lo sportello APRE Calabria – migliore d’Italia nel 2017 – a vincere il competitivo SME Instrument dell’Unione Europea.

Si dirà: sono collaboratori a progetto, senza vincolo di subordinazione, non sono soggetti a orari né sono obbligati a lavorare in sede. Bene, lo erano anche quando sono stati selezionati.

Negli anni i loro contratti hanno avuto diverse proroghe, l’ultima scadrà il 31 dicembre. È possibile reggere sul precariato un progetto considerato dall’ente, in virtù dei risultati, una buona prassi? Forse no, ma a quanto pare le rassicurazioni, con l’impegno a consolidare l’operato del team, sono ora svanite nel rimpallo di responsabilità tra la Regione e Fincalabra.

PRECARIATO SENZA FINE

Dopo diverse interlocuzioni Fincalabra e Regione Calabria non hanno messo in campo soluzioni di salvaguardia occupazionale ma solo un nuovo avviso pubblico di selezione destinato a immettere (o mantenere) in CalabriaInnova altri precari. L’avviso, pubblicato il 9 settembre e scaduto lo scorso 2 ottobre (a ridosso della chiusura della legislatura), è finalizzato alla copertura di 20 posti da co.co.co. per due anni.

Nessun percorso destinato all’assunzione a tempo indeterminato, ma nemmeno un contratto di assunzione come lavoratori subordinati seppur a tempo determinato. Sono arrivate 22 candidature, la prima scrematura ha restituito 17 domande ammesse. Solo 11 dei 17 professionisti dell’attuale team ha deciso di partecipare, gli altri hanno scelto di chiudere con il lavoro precario.

Nel frattempo buona parte del gruppo ha provato a rivolgere un appello, destinato non solo ai vertici di Fincalabra e Regione (Carmelo Salvino, Mario Oliverio e il presidente del Consiglio Nicola Irto) ma anche al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e ad alcuni membri del governo come il ministro per l’Innovazione tecnologica Paola Pisano.

Una lettera in cui si dicono amareggiati e delusi per la nuova stagione di precariato che si apre e che manda in fumo ogni aspettativa di veder consolidato e strutturato un modello fin qui riconosciuto come best practice.

LA DIFFIDA

La missiva risale a un mese fa ed è l’ultimo (per ora) atto di una lunga interlocuzione durata un anno e accompagnata anche da passaggi legali. Il primo è un parere pro veritate redatto da un noto studio legale cosentino, in cui si conferma la possibilità di avviare un percorso di consolidamento per il team di CalabriaInnova fino al riconoscimento del rapporto a tempo indeterminato.

Ad aprile, scaduto il penultimo contratto, senza proroga, Fincalabra riceve una diffida legale cui seguirà poi il nuovo contratto firmato a settembre e prossimo alla scadenza. Una seconda diffida, invece, destinata a Regione e società è stata inviata per chiedere la revoca del nuovo avviso di selezione. Si riuscirà a trovare una soluzione senza dover finire davanti a un giudice?

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Francesco Ridolfi

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