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Nel Rapporto della Banca d’Italia segno positivo degli occupati anche nel settore dei servizi. Tutti i segnali di ripresa dell’economia lucana
POTENZA – L’altra Basilicata, soprattutto quella «dell’agricoltura e dei servizi», torna a crescere alimentando un +0,8% di occupazione grazie anche ai flussi turistici alimentati da Matera 2019. A trascinare in territorio «lievemente» negativo i numeri assoluti dell’economia lucana «Dopo la lieve crescita registrata nel 2018», tuttavia, ci pensano Fca ed estrazioni di petrolio e gas, con un calo di produzione che si traduce «in un’intensa flessione delle esportazioni» (-19,5%), su cui le auto costruite a Melfi pesano ancora per l’80%.
AUTO
E’ quanto emerso, ieri mattina, a Potenza dall’aggiornamento congiunturale sull’andamento dell’ economia della Basilicata, nel primo semestre del 2019, illustrato nella sede della Banca d’Italia.
A illustrare la relazione c’erano il direttore della filiale, Carmelo Salvatore Brunetto, il coordinatore del rapporto, Vincenzo Mariani, e il responsabile dell’ufficio analisi e ricerca economica della sede di Bari, Maurizio Lozzi.
Bankitalia ha evidenziato «il forte calo della domanda» che ha interessato lo stabilimento Fca (solo in Basilicata gli acquisti di auto nuove sono diminuiti del 4,2%, più che nel resto d’Italia) e i suoi oltre 7mila dipendenti, portando anche a un aumento «di quasi tre volte» delle ore di cassa integrazione.
MANUFATTURIERO
Se però per effetto dei problemi del settore auto «su un campione di circa 80 imprese del manifatturiero con almeno 20 addetti, il fatturato, che era risultato in crescita nel 2018, si è ridotto nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente», un dato positivo arriva dal «complesso del manifatturiero», in cui il peso del settore (indotto incluso) si assottiglia. Al suo interno, infatti: «i casi di crescita sono risultati comunque più numerosi dei casi di calo», e si è confermata anche la «moderata crescita» degli investimenti.
«Le imprese che hanno realizzato investimenti in linea con i piani formulati a inizio anno – che indicavano una crescita dell’accumulazione di capitale per il 2019 – rappresentano oltre il 60% tra quelle intervistate». Sottolinea Banca d’Italia, per cui, tra l’altro: «tra le imprese che hanno rivisto i piani prevalgono quelle che hanno effettuato investimenti superiori a quanto programmato».
«Prevalentemente positive», infine, anche «le attese per i prossimi sei mesi delle imprese manifatturiere regionali», con un saldo «tra la quota di imprese che prevedono una crescita del fatturato (…), rispetto ai livelli attuali, e quelle che prevedono un calo (…) positivo per circa 18 punti percentuali». Ferma restando l’incognita sull’effetto diretto e indiretto dell’entrata in produzione dei nuovi modelli ibridi di Jeep Renegade e Compass a San Nicola di Melfi.
«Nel 2019 – è scritto ancora nell’aggiornamento congiunturale appena pubblicato – la redditività delle imprese industriali e dei servizi lucane con almeno 20 addetti dovrebbe rimanere elevata nel confronto storico. Il saldo ponderato tra la quota di imprese che prevedono di chiudere l’esercizio corrente in utile e quelle che si attendono una perdita è risultato pari a quasi 50%, un dato di poco inferiore al 2018«.
ESTRAZIONI E COSTRUZIONI
Durante la presentazione della relazione gli analisti di Palazzo Koch hanno rimarcato come la riduzione, per strategie aziendali, di circa il 10% delle estrazioni di Eni e Shell, se confermata alla fine del 2019, porterà ad una riduzione delle royalty destinate alle casse della Regione Basilicata e dei comuni petroliferi della Val d’Agri, con una contrazione proporzionale anche della loro capacità di spesa.
«Resta debole», inoltre, il settore delle costruzioni con un «numero di compravendite di immobili residenziali che resta comunque inferiore di quasi un quarto rispetto al picco del primo semestre del 2010». Da notare, tuttavia, un «recupero» del «10,6% nel primo semestre del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente», che è «un dato superiore rispetto al Mezzogiorno e all’Italia», ed è dettato da «segnali di crescita del comparto (…) concentrati nel materano». Sempre per effetto della Capitale europea della cultura. «Recupero» che però, su base regionale, non è bastato a invertire la dinamica dei prezzi: «ridotti nel primo semestre 2019 dell’1,5% per le abitazioni, un calo in linea con il Mezzogiorno e superiore alla media nazionale».
La speranza per il settore, più in generale, resta quindi affidata ai bandi per la realizzazione di nuove opere pubbliche «che secondo i dati del Cresme (Centro ricerche economiche sociologiche e di mercato nell’edilizia, ndr) hanno continuato a crescere in misura significativa nel primo semestre del 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018».
TURISMO E OCCUPAZIONE
Gli analisti hanno sottolineato l’«ulteriore crescita» dell’andamento turistico, con un aumento del 2% dei visitatori «italiani e, soprattutto, stranieri». Per quanto riguarda l’occupazione hanno aggiunto che i livelli: «benché in crescita, rimangono inferiori di circa seimila unità rispetto al picco precedente la crisi economico-finanziaria del 2008».
Da registrare, ad ogni modo, come il +0,8% di occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente , rappresenti «un valore di poco superiore alla media italiana (0,5%) e di segno opposto rispetto al Mezzogiorno (-0,4%)». Un dato più intenso «per i lavoratori autonomi (1,8 %) rispetto ai dipendenti (0,4%)», che ha fatto crescere anche il tasso di occupazione «di quasi un punto rispetto allo stesso periodo del 2018 (al 50,3%; 58,8% nella media nazionale)», e diminuire quello di disoccupazione «di 0,7punti (al 12,0%; 10,4 in Italia)». Mentre «il calo dei lavoratori in cerca di occupazione, di entità comparabile all’aumento degli occupati, ha lasciato sostanzialmente inalterato il numero di individui della forza lavoro».
IL CREDITO
Non sono negativi i dati sull’intermediazione finanziaria perché «il sistema bancario – ha spiegato Lozzi – accompagna il sistema produttivo», sebbene se i prestiti aumentino prevalentemente per le imprese con almeno 20 addetti. Resta quindi, per famiglie e imprese, una chiara «incertezza riguardo agli investimenti».
«Secondo le indicazioni dell’indagine condotta dalla Filiale di Potenza presso un campione di responsabili di sportelli bancari ubicati nei principali comuni della regione – spiega la nota di aggiornamento congiunturale – , nella prima parte dell’anno la domanda di prestiti da parte delle imprese ha continuato ad aumentare, seppure in misura minore rispetto al 2018».
Anche in questo settore, però, sono il manufatturiero e il terziario a distinguersi per il segno positivo, »sebbene a un ritmo più contenuto rispetto alla fine dell’anno precedente», con un aumento del credito «rispettivamente del 0,5% e 0,9%». C’è poi una differenza tra Matera, dove i prestiti alimentati dalle esigenze imprenditoriali legati ai flussi turistici sono aumentati dell’1,8%, «benché in rallentamento», e Potenza, dove il dato «è risultato stazionario».
Quanto alle famiglie: «i risultati dell’indagine indicano, nella prima parte dell’anno, un’espansione della domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni e per il finanziamento del consumo». Domanda che «dovrebbe continuare ad aumentare anche nella seconda parte dell’anno» sebbene «i criteri di concessione sarebbero divenuti lievemente più restrittivi con riferimento sia ai mutui sia al credito al consumo».
Il responsabile ufficio analisi e ricerca di Bari, Lozzi, ieri pomeriggio si è poi spostato a Matera per presentare una relazione ricca di dati sulla spesa per investimenti, sulla spesa pubblica (con riferimento anche al residuo fiscale) e sul tema dell’autonomia differenziata.
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