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di SARA LORUSSO
POTENZA – L’idea di recuperare un pezzo delle tradizioni del passato è nata già qualche mese fa, raccontano. Così quando il Comune (che quest’anno coordina l’organizzazione dei festeggiamenti di San Gerardo, compresa la parata del 29) li ha chiamati al tavolo, «abbiamo provato a metterla in pratica». L’associazione Imago Historiae, nata nel 2005 da «un gruppo di amici animati dalla forte passione per le rievocazioni storiche e dall’interesse per le pagine di storia regionale» alla parata del 29 maggio si è dedicata allestendo i “quadri” sulla città moderna. «Abbiamo provato a recuperare le pagine raccontate da Raffele Riviello, il vero sceneggiatore – spiega Rosario Avigliano, tra i soci dell’associazione presieduta da Vito Casale – della Potenza ottocentesca».
C’è però un punto di partenza che sa quasi di aut aut. «Sappiamo bene che quest’anno ci sono novità e che il tempo a disposizione non è stato molto. Ma abbiamo accettato la sfida come gli altri esperti e le altre associazioni che stanno coadiuvando il Comune, a patto che dall’indomani si lavori all’appuntamento del prossimo anno», fa eco Gerardo Viggiano. Con l’obiettivo di istituzionalizzare (anche attraverso un percorso “statutario” in consiglio comunale) i canoni della rievocazione e coinvolgere la città attraverso le scuole, corsi di formazione, l’attivismo dei volontari. Giovani e non.
Nel frattempo, a poche ore dall’appuntamento cittadino, controllano i dettagli e anticipano qualche sorpresa. L’associazione Imago Historiae si è fatta carico di recuperare l’ambientazione ottocentesca che riproporrà in tre quadri durante l’intero pomeriggio di sabato. Si comincia con “l’attesa della festa”: appuntamento alle 16 a piazza Matteotti. Saranno i figuranti a dare vita a uno spaccato della città di un tempo che, anche allora, si preparava alla “sfilata”. Ecco, così, che sotto Palazzo di città si incontreranno carbonari, contadini, borghesi, preti, gendarmi e zingare. Ci saranno gli artigiani, quelli che costruivano anche i giochi dei bambini. Quelli di oggi li testeranno in diretta: «E’ un modo per recuperare i passatempi dei più piccoli». Certo, ci sarà pure qualche nobile, per lo più affacciato al balcone, a sbirciare dall’alto i boscaioli pronti ad entrare in piazza per “vestirsi” da turchi con il carbone sulla faccia. E’ la rievocazione della rievocazione (della sfilata) dell’epoca. A metà pomeriggio da piazza Prefettura si muoverà un piccolo corteo che trascinerà in piazza del Sedile/piazza Matteotti un lungo fusto fatto di canne e un’anima di legno, lungo circa 9 metri. A fare strada alla “iaccara”, le ciaramelle e le zampogne dei Portatori della Madonna nera di Viggiano. Poi una breve pausa, giusto il tempo di raggiungere tutti il campo sportivo Viviani. Lì, alle 19.30, partirà ufficialmente la parata storica che si aprirà con un quadro curato proprio dall’associazione. Attorno alla iaccara ci saranno i bambini, musicisti, il carro addobbato a festa e gli uomini con le torce. In corteo anche i paesi dell’hinterland con i loro costumi tipici: «In fondo, un tempo, alla festa cittadina giungevano anche dal circondario e i costumi erano un segno di riconoscimento».
Il quadro conclusivo dedicato alla Potenza ottocentesca si svolgerà dopo la veglia nel piazzale della cattedrale, a serata ormai inoltrata. La iaccara, a quel punto issata, verrà bruciata.
Fin qui, le anticipazioni. Poi il segno della voglia di proiettarsi all’indomani. Dal 26 al 29, su tre delle quattro porte storiche della città (San Luca, Porta Salza e San Gerardo) saranno installate delle iaccare “fittizie”, fasci di luce che saranno un segnale di «identità». Perché solo tre porte? «La quarta installazione sarà davanti alla chiesa della Trinità. E’ il nostro omaggio a Elisa, al dolore che la sua famiglia sta vivendo». Perché anche se la città si concede la festa, «nessuno ha voglia di dimenticare».
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