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SERINESE- Strade invase dal fango e una famiglia isolata. Centinaia di millilitri di acqua che hanno causato frane e smottamenti in particolare nella zona della Valle del Sabato e del Serinese. E’ proprio nella fascia dei comuni compresi tra Santa Lucia e Santo Stefano che si registra la situazione più critica sul territorio avellinese . Diversi gli smottamenti che hanno portato a valle dei veri e propri fiumi di fango. Sin dalla mattinata una delle aree di crisi maggiori nella giornata di maltempo che ha flagellato l’Irpinia. Il primo cittadino di Santa Lucia di Serino, Ottaviano Vistocco, ha immediatamente attivato il Coc, il Centro Operativo Comunale in costante contatto con la Protezione Civile Regionale e la Prefettura di Avellino. Massima allerta anche a Santo Stefano, dove fango e detriti sono finiti giù in paese. A destare maggiori preoccupazioni sono gli alvei che incombono su gran parte del centro abitato. Da ieri mattina sono sul posto i tecnici del Genio Civile della Protezione Civile della Campania. Una mattinata di paura, quella che ha interessato i due comuni. Prima Santo Stefano, dove dalla fascia montana è scesa a valle una colata di acqua e fango, ma in particolare a Santa Lucia di Serino. Qui, contemporaneamente da ogni fascia montana si sono riversati dai valloni dei veri e propri fiumi di fango, che hanno interessato l’intero territorio comunale. In particolare dagli alvei più importanti che incombono sul centro abitato. Sono valloni che hanno tutti il nome di una località e di un santo e che hanno riversato contemporaneamente a seguito delle intense precipitazioni della mattinata e del primo pomeriggio, pietre e fango che hanno portato via un pò di tutto dal centro del paese. Così sono proprio i valloni San Pietro, San Rocco e Toppolo, i sorvegliati speciali che in queste ore vengono monitorati con attenzione da parte della Protezione Civile Regionale e del Genio Civile. Sono tanti i volontari e il personale che il Comune di Santa Lucia di Serino, il coc guidato dal sindaco Ottaviano Vistocco hanno messo in campo per affrontare subito gli interventi di messa in sicurezza della zona. Lo stesso sindaco ha informato immediatamente la dirigente del Genio Civile Claudia Campobasso di quanto stava avvenendo. E sul posto è giunta prima la stessa responsabile della Protezione Civile regionale e poi i tecnici del Genio Civile, che hanno potuto constatare come si tratti di una questione seria. «Una situazione anomala, qualcosa che non accadeva da anni- è quello che ha spiegato il primo cittadino di Santa Lucia di Serino Ottaviano Vistocco- siamo stati invasi dai detriti, fango, pietre e ho subito comunicato ai vari organi competenti la criticità della situazione, anche per consentire di approntare in modo veloce gli interventi di messa in sicurezza. Abbiamo vari problemi, a partire dai valloni che scendono dalla montagna dove si canalizza il flusso che ha interessato il centro abitato. Una condizione che noi abbiamo già ben nota, perché ci sono già in programma vari interventi. Quella della sicurezza dal punto di vista idrogeologico è stata la mia prima preoccupazione fin dall’avvio della nostra esperienza amministrativa». Il sindaco, che ha sottolineato come anche ai tecnici del Genio Civile e della Regione Campania sia apparsa chiaramente nella sua gravità la vicenda, ha anche sollecitato interventi urgenti di messa in sicurezza proprio degli alvei che sono stati monitorati in queste ore. Abbiamo necessità di intervenire subito, anche dopo un’attenta verifica a monte, che al momento, anche per evitare rischi ed in particolare perché in questo momento la priorità è rappresentata dalla messa in sicurezza del paese». Questa mattina a Santa Lucia le scuole resteranno chiuse, come ha deciso lo stesso primo cittadino, con un’ordinanza ad horras in considerazione delle condizioni in cui versano le strade, invase da detriti e fango. Un’auto con megafono che l’amministrazione comunale di Santa Lucia di Serino ha deciso di far girare per il paese chiedendo ai cittadini delle zone dove si sono registrati i maggiori disagi di non dormire e restare nei piani bassi fino alla fine dell’emergenza.

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